Mohamed Sakka: "Voglio la verità sulla morte di mio fratello". E si affida all'avvocato del caso Cucchi
Il giovane tunisino chiede risposte e piena giustizia. Per farlo si è affidato all'avv. Fabio Anselmo, noto a livello nazionale per aver rappresentato i familiari di Federico Aldrovandi e di Stefano Cucchi
Il dolore per la morte del fratello Taissir è ancora cocente, ma Mohamed Sakka è determinato e vuole andare fino in fondo e ricostruire cosa è accaduto. Il giovane tunisino, che nelle ore successive ai tragici fatti di domenica notte ha presentato una denuncia circostanziata su quella serata, ha intenzione di cercare la verità con ogni mezzo. "Non accuso nessuno - ci racconta - voglio solo capire cosa è successo a mio fratello. Voglio la verità". Poi aggiunge: "Per favore non costringetemi a pubblicare le foto del cadavere di mio fratello." E lancia un appello affinché chiunque possa avere informazioni utili si faccia avanti.
Una determinazione che si concretizza anche in una chiara scelta per la propria rappresentanza legale. Sakka, infatti, si è affidato all'avvocato Fabio Anselmo, un nome molto conosciuto. Il ferrarese Anselmo è infatti stato difensore, tra gli altri, delle famiglie di Federico Aldrovandi e di Stefano Cucchi. Due casi che hanno lasciato un segno indelebile nell'opinione pubblica: se il caso di Taissir Sakka presenterà qualche affinità con gli altri saranno solo le indagini a poterlo stabilire.
Ricordiamo infatti che a seguito della denuncia di Mohamed risultano iscritti nel registro degli indagati sei Carabinieri della Compagnia di Modena: uno di loro per il reato di minacce, lesioni e morte come conseguenza di altro reato, mentre gli altri cinque per la sola ipotesi di lesioni. L'inchiesta è ovviamente ancora nella sua fase iniziale e gli inquirenti hanno tenuto finora il massimo riserbo.
Quanto comunicato in via ufficiale dal Procuratore della Repubblica riguarda esclusivamente il primo esito dell'autopsia, secondo il quale il corpo del 31enne trovato cadavere in via dell'Abate non presentava lesioni di tipo traumatico tali da poter essere considerate cause del decesso. Un elemento di per sè importante, ma chiaramente non sufficiente. Altre risposte potranno arrivare dall'analisi dei tessuti cardiaci del giovane, che saranno svolte a breve presso un centro specializzato a Padova, e da altri approfondimenti di natura isto-patologica e tossicologica.
Determinare la causa del decesso sarà di fondamentale importanza, tanto quanto ricostruire quanto accaduto a Taissir in quel lasso temporale nel quale non si hanno sue notizie finora documentate. Del 31enne si sono perse le tracce intorno alle ore 00.30 di domenica 15 ottobre: dopo essere uscito dalla caserma dei Carabinieri in via Pico e aver attraversato il sottopasso della stazione ferroviaria, si è separato dal fratello in piazza Dante e si è diretto proprio verso via dell'Abate, per poi scomparire ed essere ritrovato circa nove ore dopo ormai senza vita. Potranno essere le immagini delle telecamere a fornire qualche risposta, dal momento che nell'area se ne trovano in particolare due posizionate in via dell'Abate proprio davanti al parcheggio.