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Rolando Rivi è Beato, il martire bambino scalda il cuore dei fedeli

Festa grande tra i 5000 fedeli intervenuti ieri pomeriggio alla cerimonia di beatificazione presieduta dal Cardinale Angelo Amato al PalaPanini. Il Papa all'Angelus: "Eroico testimone del Vangelo"

Non ha il fascino spirituale di una cattedrale millenaria, ma ieri, per un solo giorno, il PalaPanini di Modena si è trasformato in un'enorme chiesa, nella quale 5000 fedeli si sono riversati sin dalle 14 del pomeriggio. Un pubblico variegato e festoso, che ha riempito pressoché in ogni ordine di posti il palazzetto, al cui centro era stati allestiti altare e ambone. Alti prelati, sacerdoti, diaconi, ministri, seminaristi e chierichetti hanno occupato i settori più prossimi al cuore della celebrazione, mentre le autorità civili e militari, insieme ai rappresentanti degli ordini religiosi e laici si sono accomodati nella platea  ricavata sul campo da gioco. Tutt'intorno, fino ai piani più alti, migliaia di fedeli giunti in particolar modo dalle province di Reggio Emilia e Modena. Tantissimi i bambini e i giovani, arrivati dalle rispettive parrocchie a bordo di numerosi pullman.

Questo mosaico variegato di fedeli ha assistito ieri pomeriggio alla cerimonia durata oltre due ore, durante la quale il Cardinale Angelo Amanto, come delegato di Papa Francesco, ha formalmente proclamato martire beato il giovane Rolando Rivi. Un pubblico al contempo commosso e festoso, che ha scandito con preghiere e canti, eseguiti dalla Schola Cantorum diocesana, le varie fasi della celebrazione. Il momento più significativo è stato toccato con la lettura della lettera apostolica con la quale il Sommo Pontefice ha concesso la beatificazione al “Venerabile Servo di Dio” Rolando Rivi, del quale è stata scoperta una grande raffigurazione posta sopra l'altare, tra gli applausi di tutto il palasport levatosi in piedi.

L'OMELIA - Intorno al valore del martirio e del messaggio evangelico ad esso legato è ruotata anche l'accorata omelia del Cardinale Amato. Del giovane seminarista nato a San Valentino di Castellarano è stata ricordata la fermezza nella fede, con le parole che egli stesso ripeteva a coloro i quali li consigliavano di non vestire l'abito talare, emblema che lo portò alla morte: “Non posso, non devo togliermi la veste. Io non ho paura, io sono orgoglioso di portarla. Non posso nascondermi. Io sono del Signore”. Amato ha voluto sottolineare il valore del messaggio rivoluzionario, impersonificato da Rivi sull'insegnamento di Cristo: “Ama il tuo nemico. il vero cristiano non odia nessuno, non combatte nessuno, non fa male a nessuno. L'unica legge del cristiano è l'amore di Dio e l'amore del prossimo. Le ideologie umane crollano, ma il Vangelo dell’amore non tramonta mai perché è una buona notizia. E oggi il nostro piccolo Beato è una buona notizia per tutti. Di fronte alla sua bontà – ha spiegato Amato – e alla sua gioia di vivere, siamo qui riuniti per piangere sì il suo sacrificio, ma soprattutto per celebrare la vittoria della vita sulla morte, del bene sul male, della carità sull’odio”.

VITTIMA E CARNEFICI – Nell'omelia sono state riservate parole durissime per chi si rese protagonista dell'uccisione di Rivi, parole molto rare da ascoltare per voce delle autorità religiosi, né tantomeno civili, delle nostre terre, dove il politicamente corretto ammanta ancora molte vicende legate al periodo della guerra civile. “Un brutto giorno arrivarono le iene – ha detto il Cardinale Amato riferendosi all banda di partigiani comunisti che trucidò il seminarista 14enne - piene di odio e in cerca di prede da straziare e divorare. Non erano stranieri, parlavano la stessa lingua e abitavano nella stessa terra di Rolando. Non erano piccoli delinquenti, ma giovani maturi. [...] Erano stati imbottiti di odio e indottrinati a combattere il cristianesimo, a umiliare i preti, a uccidere i parroci, a distruggere la morale cattolica. Ma niente di tutto questo era eroico e patriottico. E le iene non si fermarono nemmeno di fronte a un adolescente, annientando la sua vita e i suoi sogni, ma soprattutto macchiando la loro umanità e il loro cosiddetto patriottismo”.

L'EREDITÁ DI ROLANDO - “Perdono, fortezza, servizio e pace”, queste le quattro parole che il Cardinale ha voluto consegnare ai fedeli come lezione di vita ivangelica testimoniata da Rivi. “Diventiamo uomini di pace. Amiamo la pace, costruiamo la pace, viviamo nella pace. Le nostre città e le nostre famiglie siano oasi di pace. Se ci convertiamo alla pace, se diventiamo costruttori di pace, non avremo più nemici da combattere e da annientare, ma solo amici da amare e da perdonare. E noi saremo benedetti dagli uomini e dal Signore – ha concluso Amato - In tal modo il martirio del nostro Rolando non sarà stato invano”.

Appena proclamato il nuovo Beato, alle 16.20, e po i al termine della cerimonia, dopo i saluti dei Vescovi di Modena e Reggio Emilia, le campane hanno suonato a festa fuori dal PalaPanini così come in tutta la città, a sottolineare la gioia di tanti fedeli della comunità cristiana modenese, che abbracciano un nuovo simbolo di fede. Lo stesso Papa Francesco, dopo l'Angelus di stamane, ha voluto ricordare il giovane Rolando: “Rendiamo grazie a Dio per questo giovane martire, eroico testimone del Vangelo. Quanti giovani di 14 anni oggi hanno davanti agli occhi questo esempio - ha proseguito poi il Papa, parlando a braccio - un giovane coraggioso che sapeva dove doveva andare, conosceva l'amore di Gesù nel suo cuore e ha dato la vita per lui. Un bell'esempio per i giovani”.

Beatificazione di Rolando Rivi - 05/10/2013

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