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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Mirandola

Violentò un suo dipendente dopo anni di soprusi: 11 anni di carcere all'imbianchino di Mirandola

Antonio Bifulco è stato condannato a 11 anni di carcere per violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni gravi. Gli avvocati della vittima: "Giustizia è stata fatta"

Il 3 settembre 2019, un (allora) 38enne residente a Mirandola arriva al Pronto Soccorso dell'ospedale della sua città in fin di vita: all'amico, da cui si è fatto accompagnare, dice di essere caduto nel cortile di casa. Sanguina ed è incapace di muoversi, le sue condizioni sono gravissime, e viene trasferito al Ramazzini di Carpi. Qui viene sottoposto d'urgenza a tre interventi chirurgici, durante i quali viene stomizzato per la gravità delle lesioni riportate: il suo corpo inizia a parlare ancor prima che lui si risvegli dal coma farmacologico, e racconta tutt'altro che una banale caduta in giardino. Racconta una storia di violenze fisiche e psicologiche, iniziate due anni prima e culminate con una violenza sessuale, oggi conclusasi dal punto di vista giudiziario con un'aspra condanna.

Da accurate indagini del Commissariato di Mirandola e della Squadra Mobile, era infatti emerso che il 38enne vivesse in una situazione di completa soggezione nei confronti del suo coinquilino, datore di lavoro e aguzzino Antonio Bifulco, imbianchino di Mirandola. Quest'ultimo cercava di controllare ogni aspetto della vita della vittima, denaro compreso, sottoponendolo a violenza sistematica ogni qualvolta avesse bisogno di sfogarsi. 

Finito a processo con l'accusa di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni gravi, Bifulco è stato condannato oggi - al termine del giudizio di primo grado - ad undici anni di carcere, nonostante la Procura avesse chiesto per lui 9 anni. Alla vittima, che si porta dietro ancora oggi le conseguenze psichiche e fisiche delle violenze subite e che è stata costretta a ripercorrere in aula ogni doloroso avvenimento, è stata riconosciuta una provvisionale di 257mila euro.

Gli avvocati Cosimo Zaccaria e Nicola Elmo, legali della vittima, si sono detti "soddisfatti" perchè "è stata fatta giustizia, in relazione ad un gesto terribile, per una persona che ha subito una gravissima sofferenza, tutt'ora viva", oltre che per l'incisività del trattamento sanzionatorio riconosciuto dal Tribunale. Oggi, infine, è stato disposto il rinvio degli atti in Procura affinchè sia valutata un'eventuale falsa testimonianza di tre testimoni della difesa, tra cui due fratelli di Bifulco.

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