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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Carcere di Modena lontano dalla capienza massima, più della metà dei detenuti sono stranieri

Dei 373 posti disponibili i detenuti sono solo 330, un dato in controtendenza rispetto alle altre strutture di reclusione italiane. A colpire è l'elevata percentuale di stranieri che rappresentano più della metà delle unità presenti

La Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, ha incontrato la direttrice della casa circondariale di Modena, Rosa Alba Casella, ed effettuato colloqui con i detenuti del carcere emiliano. Ha potuto constatare il drastico abbattimento dei numeri relativi alle presenze. Infatti, si è davanti ai minimi storici con 330 persone detenute, di cui 19 donne, sulle 373 unità potenzialmente ospitabili. Dei 330 carcerati, ben 198 sono stranieri.

Le sezioni risultano tutte “aperte”, anche nella vecchia struttura, con i detenuti che passano più di otto ore al giorno fuori dalla cella. “La misura riguarda anche gli autori di reati sessuali - sottolinea l’Ufficio del Garante nel resoconto del sopralluogo- ora tutti collocati esclusivamente nello stesso ambiente. In termini di presenze, di essi si registra l’ormai stabile e forte caratterizzazione, mancando però puntuali progetti terapeutici in loro favore volti a prevenire il rischio di recidiva”.

Non mancano però le critiche, in particolare  “la criticità relativa alla attuale mancanza del magistrato di sorveglianza - continua la Garante - che ha la titolarità della competenza territoriale sulla struttura, il cui ruolo viene temporaneamente affidato, in funzione di supplenza, ad altri magistrati di sorveglianza”. Come noto, nelle settimane scorse si sono verificati tentativi suicidari da parte di detenuti, nonché plurime aggressioni da parte di detenuti in danno del personale della Polizia penitenziaria.

Non bisogna, però, prendere questi casi come esplicatori generali delle condizioni del carcere, secondo il Garante si infatti davanti ad : "un’opportuna contestualizzazione degli episodi critici fa ritenere che non siano collegati alla piena operatività del regime cosiddetto ‘aperto". Infatti, è bene sottolineare che tali episodi critici, secondo quanto riferito dalla direttrice, non si sono verificati nella sezione Ulisse, in cui la sperimentazione in essere consente a circa 50 detenuti di trascorrere dalle 8.30 alle 17.30 in ambienti comuni organizzati per la socializzazione, del tutto separati da quelli in cui ci sono le camere di pernottamento”.

La stessa Direzione si sta impegnando da tempo “nel senso di valutare opportunità che possano prevedere il coinvolgimento di imprese del territorio per portare lavorazioni all’interno del carcere senza avere, al momento, ancora ricevuto risposte concrete per la progettazione di attività volte al reinserimento dei detenuti”.

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