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Cronaca Ospedale Universitario / Piazza Pozzo

Cardiologia, Maria Grazia Modena rimessa in libertà

Costretta a lasciare il territorio modenese a causa delle sue azioni di pressione sui colleghi condotte via mail. L'intervento del Sindaco Pighi: "Manca chiarezza su finanziamenti, procedure e obiettivi di ricerca"

Divieto di abitare all'interno del territorio della provincia di Modena. Questa la singolare misura decisa dal tribunale del Riesame di Bologna che, nella giornata di ieri, ha deciso per la revoca degli arresti domiciliari alla professoressa Maria Grazia Modena, ex primario di Cardiologia del Policlinico di Modena tratta in arresto il 9 novembre scorso per presunte sperimentazioni abusive. I suoi legali, Luigi Stortoni e Massimiliano Iovino, avevano chiesto di rimettere in libertà la professoressa, finita ai domiciliari assieme a otto colleghi che lavorarono nel reparto tra il 2009 e il 2011. Era l'unica ancora detenuta, seppure tra le mura domestiche. In seguito all'interrogatorio di garanzia, il gip Paola Losavio aveva deciso la conferma degli arresti domiciliari come misura cautelare, come già inizialmente ottenuto dalla Procura, in quanto, nonostante fosse ai domiciliari, la Modena aveva continuato a contattare via mail personale ospedaliero facendo valere la propria influenza.

Sul caso di Cardiologia, nel pomeriggio di ieri è intervenuto in Consiglio Comunale il Sindaco di Modena Giorgio Pighi. Riprendendo quanto già detto nelle scorse settimane, il primo cittadino ha rinnovato la richiesta di apportare maggiore trasparenza a tutto il sistema sanitario: "C'é bisogno di un filtro, oggi assente - ha detto Pighi - che consenta di controllare le procedure in modo tale da impedire forme di finanziamento non conosciute e da evitare abusi". Le istituzioni si riserveranno ulteriori azioni quando si conoscerà a pieno la verità: "La magistratura deve compiere fino in fondo la propria indagine - ha aggiunto - si accertino le responsabilità, abbiamo diritto di sapere. Quando saremo a conoscenza del quadro complessivo andremo fino in fondo a tutela dei cittadini".

Il sindaco ha ricordato come la sanità dell'Emilia-Romagna rappresenti "un'eccellenza che va salvaguardata rafforzando la piena trasparenza nei rapporti tra attività di ricerca pubblica e impresa privata. Servono adeguate convenzioni ed efficaci protocolli. Dobbiamo pensare quindi a una profonda riforma della ricerca che garantisca la massima trasparenza di tutti i passaggi finanziari per prevenire vicende di questo tipo". "La vicenda che si sta delineando - ha continuato Pighi - evidenzia la mancanza di chiarezza su alcuni dati fondamentali: fonti di finanziamento, obiettivi della ricerca, procedure da seguire. Quando si tratta di sperimentazioni cliniche i comitati etici devono essere messi nelle condizioni di avere un'informazione totale. La ricerca deve avvenire in modo trasparente garantendo la tutela di dati sensibili, ma impedendo flussi di finanziamento non tracciabili". Fatto curioso del pomeriggio di ieri è che la comunicazione del sindaco non è stata seguita da alcun dibattito in aula come da regolamento: solo la conferenza dei capigruppo può decidere diversamente e dare spazio alla discussione, cosa che però non è avvenuta ieri mattina.

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