Cardiologia, il Rettore: "Lusenti, basta con lo scaricabarile"
Aldo Tomasi difende l'Ateneo dagli attacchi dell'assessore alla sanità: "Non ha resistito all'ovvio e scontato proposito di assolversi e assolvere in toto la sua struttura, mettendo sul banco degli imputati l'Università"
"Purtroppo anche l’Assessore Carlo Lusenti non ha saputo sfuggire alla tentazione di scaricare responsabilità su altri". Con queste parole, Aldo Tomasi, Rettore dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ha voluto stigmatizzare gli attacchi sferrati dall'assessore regionale alla sanità in merito allo scandalo che sta coinvolgendo il reparto di Cardiologia del Policlinico: "Nella audizione dell’altro giorno in Commissione dell’Assemblea legislativa Regionale dell’Emilia Romagna, anziché limitarsi a rispondere nel merito alle interrogazioni, che lo riguardavano direttamente, sull’operato suo e dei suoi dirigenti e funzionari, non ha resistito all’ovvio e scontato proposito di assolversi e assolvere in toto la sua struttura, mettendo sul banco degli imputati l’Università.
SANZIONI - In queste ore, Tomasi e l'Università sono stati criticati prima da Lusenti e poi da Emilio Sabattini, Presidente della Provincia, per il nodo controlli e, soprattutto, il sistema sanzionatorio: "Nel momento (martedì 13 novembre) in cui è pervenuta dalla Procura della Repubblica comunicazione dell’Ordinanza che dispone misure cautelari personali, il Rettore ed il Direttore Generale hanno disposto la sospensione obbligatoria dal servizio a carico della prof. ssa Maria Grazia Modena a far data dal 9 novembre - ha precisato Tomasi - Per un’altra persona sempre dipendente Unimore, che nell’ambito del procedimento giudiziario ha ricevuto avviso di garanzia, e che svolgeva con incarico a tempo definito attività amministrativa, è stato disposto il trasferimento dalla Struttura Complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ad altro incarico".
COMMISSIONE - Il Rettore, successivamente, ha poi voluto ricordare il proprio operato al momento dei primi dubbi su quanto stava accadendo in via del Pozzo la primavera dello scorso anno subito dopo l'esito dell'indagine avviata dalla Commissione regionale. Continuando a parlare di se stesso in terza persona. A quel tempo, il Rettore "Nominò una autorevole commissione, la quale giunse alla conclusione che, con i dati allora messi a disposizione, non si poteva configurare un’azione disciplinare a carico della prof.ssa M.G. Modena". Nonostante le bordate, Tomasi esprime apprezzamento per una dichiarazione fatta da Lusenti in consiglio regionale: "A questo proposito non si può non apprezzare quanto dichiarato al riguardo dall’Assessore Carlo Lusenti, “Dire che un direttore generale può prevenire i comportamenti di un truffatore vuol dire veramente volerla buttare in politica”. Sostituendo “direttore generale” con “rettore”, il concetto, se si è in buona fede, dovrebbe rimanere lo stesso. Come fosse possibile nel 2011 ipotizzare comportamenti illegali da parte di vari professionisti coinvolti, solo uno dei quali, ovvero la prof. ssa Modena, era dipendente dalla amministrazione universitaria, essendo esclusi rapporti con gli altri attori dell’inchiesta e non potendo svolgere l’Università alcuna azione investigativa, è un problema di cui non possiamo farci cruccio e di cui non portiamo responsabilità".
SANGIORGI - Tomasi evidenzia come come nessuna delle sperimentazioni oggetto di indagine fosse stata sottoposta a controlli, "ne preventivi né successivi", da parte dell’Università: "È stata la scelta di un ricercatore non dipendente dall’Università, come lo era il dott. Giuseppe Massimo Sangiorgi (al momento dei fatti dipendente ospedaliero, in aspettativa dalla sua posizione di ricercatore universitario presso una università di Roma), decidere di fare afferire i contratti di ricerca, di cui erano titolare lui e il suo gruppo per conto di varie aziende sul Policlinico, evitando e precludendo qualsiasi tipo di controllo da parte dell’amministrazione universitaria che a questo proposito ha posto in essere regole molto precise per garantire trasparenza e scientificità agli studi. Non si capisce, dunque, la ratio di quanto affermato dall’Assessore Carlo Lusenti, che accusa l’Università di “inerzia”, poiché questo atteggiamento contrasta fortemente con quanto l’Università ha fatto, in accordo con la direzione generale del Policlinico".
LICENZIAMENTO - Verso la conclusione di questa lunga lettera, Tomasi cambia tono e passa alla prima persona: "E lo ricordo ancora - aggiunge il Rettore - che l’Università ha concordato (2011) con la direzione generale del Policlinico di conferire la direzione della Struttura complessa di Cardiologia ad un professionista ospedaliero (pur essendo la posizione destinata ad un docente universitario), non interferendo – come avrebbe potuto fare – con la proposta di altri docenti universitari per la sua direzione. Questa decisione avvenne non quando la commissione regionale raggiunse le sue conclusioni, ma quando l’incarico di convenzionamento che legava il Policlinico alla prof. ssa M.G. Modena era giunto alla sua naturale scadenza. Con i fatti allora conosciuti, come afferma l’Assessore Carlo Lusenti, un “licenziamento in tronco” della prof. ssa M.G. Modena, avrebbe potuto comportare l’immediata riammissione della stessa per ordine di un giudice del lavoro.
SOLUZIONE - Alla fine, il Rettore tira le somme in merito alle condotte tenute dai vari soggetti coinvolti nella vicenda di Cardiologia: "In seguito alle conclusioni della commissione nominata dalla Regione, Policlinico ed Università hanno fatto fronte comune alla emergenza con spirito di servizio e di collaborazione - ha sottolineato Tomasi - Nel tempo si è arrivati alla sostituzione concordata per la Direzione del Policlinico e si è continuato a lavorare d’intesa per recuperare la fiducia dei pazienti e della popolazione. Aggiungo che proprio in questi giorni, a 20 mesi dall’inizio della vicenda, si stava arrivando senza clamori ad una soluzione definitiva per l’avvicendamento alla direzione della Struttura complessa di Cardiologia, quando la notizia dei provvedimenti presi dalla Magistratura è arrivata a riaprire la piaga e a gettare altre ombre su un reparto che deve presto ritrovare serenità ed operosità".