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Cronaca Sacca / Via Pico della Mirandola

Estorsioni e rapine per conto dei Casalesi, 8 arresti dei Carabinieri

Minacce, aggressioni fisiche e un "biglietto da visita" molto pesante: "Ci manda Sandokan". Il provvedimento è stato disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia

Avevano taglieggiato cinque imprenditori modenesi costringendoli e consegnare ingenti somme di denaro proclamando l'appartenenza al Clan dei Casalesi. Per questa ragione, nelle prime ore della mattinata odierna, giovedì 19 aprile, il personale dell'Arma dei Carabinieri  ha dato esecuzione a 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone su richiesta del Pm dott. Enrico Cieri della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna. Le indagini hanno preso spunto nel luglio 2011 dalla denuncia di estorsione presentata alal Comapgnia Carabinieri di Sassuolo da un imprenditore di origine campagna attivo nell'edilizia residente nel distretto ceramico. Agli arrestati, tutti residenti a Modena, Carpi, Cavezzo, Finale Emilia, Novi, Mirandola e Soliera, con precedenti specifici a carico tranne due, sono contestati, in concorso, i reati di estorsione e rapina, con l’aggravante dell’utilizzo del metodo “metodo mafioso”.

ESATTORI - Nel corso delle indagini, è stato accertato come le estorsioni venissero attuate da due dei soggetti destinatari di ordinanza di custodia non fosse diretta soltanto nei confronti dell'imprenditore denunciante, ma fosse portata in concorso con altri uomini (tutte identificati e finiti in manette) e vedeva come vittime altri quattro piccoli imprenditori residenti tutti nella bassa modenese, tranne uno attivo nella provincia di Rovigo. Gli obiettivi del gruppo criminale sono stati scelti o per pregressa conoscenza diretta, come nel caso dell’imprenditore sassolese, oppure apprendendo da operatori economici, con i quali i malviventi erano in rapporto di conoscenza o amicizia, che gli stessi vantavano nei confronti di altri imprenditori o artigiani crediti che non riuscivano a riscuotere. Per due delle estorsioni scoperte, si può dire che questi criminali abbiano agito anche all’insaputa degli stessi soggetti che potevano effettivamente vantare il credito: una volta avuta la notizia che un imprenditore doveva riscuotere da un terzo una certa somma di denaro, si presentava a quest’ultimo quale esattore, richiedendo il versamento nelle proprie mani delle somme dovute.

MINACCE - Per rendere più efficace l’azione intimidatrice, accanto alle minacce, in alcune occasioni anche esibendo armi o aggredendo fisicamente la vittima, gli estorsori proclamavano la propria appartenenza al clan dei casalesi. A più riprese, i malviventi si sono qualificati come emissari e reggenti del camorrista “Sandokan” (il soprannome del boss Francesco Schiavone) nel territorio modenese, asserendo, inoltre, che parte dei soldi raccolti sarebbero andati ai familiari degli amici in carcere a Caserta. Le perquisizioni delle abitazioni degli arrestati hanno portato all’acquisizione di agende e documenti cartacei che verranno sottoposti ad ulteriori accertamenti:  rinvenuta nell’abitazione di uno dei destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare una pistola replica autentica di una Beretta 92/S, priva di tappo rosso, con 15 cartucce a salve.

ORGANIZZAZIONE - Il gruppo criminale, nonostante l'esperienza passata dei suoi componenti, stava muovendo i primi passi nel mondo delle estorsioni: "Questi soggetti - ha spiegato il colonnello Carlo Carrozzo - avevano appena iniziato ad occupare uno spazio lasciato libero dai casalesi arrestati durante l'operazione Yanez 3 due anni fa. Fortunatamente, siamo riusciti a stroncare sul nascere la loro attività illecita che finora aveva portato alla raccolta di 50mila euro". Certamente, gli otto soggetti sottoposti a custodia cautelare non millantavano titoli a caso: "Sono stati accertati collegamenti passati con i Casalesi, erano contigui con il clan, ma non erano referenti per il territorio modenese. Soddisgatto il Comandante Provinciale dei Carabinieri Salvatore Iannizzotto: "Stavano cercando di consolidarsi sul territorio modenese, ma noi gliel'abbiamo impedito - Voglio complimentarmi con gli uomini che hanno lavorato a queste indagini e ringraziare quel centinaio di militari che stamattina ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare. Dico ai cittadini di avere fiducia, di collaborare e di non esitare mai a denunciare".

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