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Cronaca Mirandola

Lavoro nero a Mirandola, chiuso un altro laboratorio tessile cinese

Due lavoratori irregolari su sei costano multa e sospensione dell'attività ad un imprenditore cinese di Gavello. E' la decima fabbrica chiusa dai Carabinieri nel distretto tessile negli ultimi sei mesi

Verifica dei Carabinieri, scoperta di lavoro nero e sospensione dell'attività. Non si tratta di casi isolati, ma di una vera e propria costante che riguarda il distretto tessile di Carpi e della Bassa modenese e che vede protagonisti da ormai diversi anni gli imprenditori cinesi che avviano fabbriche tessili impiegando propri connazionali nel confezionamento di capi e tessuti per i marchi italiani. Un fenomeno che nel solo territorio in questione ha contato dieci identici episodi nell'ultimo semestre.

Ultimo in ordine di tempo, a finire nel mirino degli uomini dell'Arma di San Martino Spino è stato un cinese che aveva stabilito la propria impresa a Gavello di Mirandola. Nei giorni scorsi i militari si sono presentati nel capannone insieme ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro, controllando i dipendenti e i locali. É così venuto alla luce il lavoro nero di due dei sei dipendenti, che erano impiegati alle macchine da cucire senza alcun contratto.

Come vuole la normativa, trattandosi, di una quota di lavoratori irregolari superiore al 20% del totale degli impiegati, il titolare è stato non solo multato per 8mila euro, ma l'attività è stata sospesa. Il cinese dovrà quindi pagare l'ammenda e sanare la posizione dei propri due dipendenti prima di poter riprendere la produzione. In questo caso non sono state trovate irregolarità circa i documenti di soggiorno dei lavoratori orientali.

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