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Cronaca Via Piave

Chiuso in via Piave un negozio etnico "fantasma", sequestrata merce non tracciabile

Il piccolo emporio aveva aperto ormai più di tre mesi fa, senza però aver mai depositato la documentazione in Comune. Carabinieri e Municipale hanno anche riscontrato la presenza di prodotti irregolai e pregiudicati

Ieri i Carabinieri e la Polizia Municipale di Modena hanno eseguito un controllo congiunto presso il negozio al civico 62 di via Piave, un esercizio gestito da una donna ghanese. Da diverso tempo, infatti, si erano susseguite le segnalazioni alle forze dell'ordine circa i disagi arrecati dai frequentatori del piccolo emporio, che era diventata meta di molti stranieri che creavano confusione anche a tarda notte, consumando alcol e persino espletando i bisogni fisici nei dintorni dell'esercizio commerciale.

Il controllo ha permesso di appurare diverse irregolarità, ma quella principale riguarda l'esistenza stessa del negozio, che non avrebbe mai dovuto aprire. La titolare, infatti, non aveva mai depositato presso gli uffici comunali alcuna richiesta, come previsto dalla legge. Anche se oggi non esistono più le vecchie licenze, ogni attività deve fornire una documentazione precisa per poter aprire i battenti. In questo caso non vi era traccia di alcun procedimento burocratico, nonostante l'esercizio fosse pienamente in attività da inizio dello scorso dicembre.

L'attività è di fatto stata trasferita da una precedente sede in via Emilio Po, tanto che gli scontrini portavano ancora la dicitura del vecchio emporio. Scontrini che per altro non venivano rilasciati da tempo, come appurato dalla verifica dei registri. Alla luce di queste irregolarità palesi, vigili e militari hanno chiuso immediatamente l'esercizio, che non potrà riaprire almeno fino alla regolarizzaione della questione burocratica.

In più, dal sopralluogo sono emersi lievi carenze igienico-sanitarie. Alcune confezioni di carne sono state sequestrate in quanto prive di etichetta e quindi della tracciabilità obbligatoria per legge, mentre altri prodotti di natura medicinale hanno subito la stessa sorte in quanto importati illegalmente dal Ghana. 

l controllo degli avventori ha fatto emergere la presenza di alcuni pregiudicati. Gli stessi residenti e i commercianti vicini, esasperati dalla situazione, avevano denunciato anche il sospetto traffico di stupefacenti tra i frequentatori dell'emporio etnico, ma al momento non si sono avuti riscontri concreti della presenza di droga.

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