"Accogliamo come un segnale di speranza e di civiltà le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla concessione della cittadinanza ai bambini e ai ragazzi nati in Italia da famiglie di migranti. Adesso alle parole, devono seguire i fatti, in Parlamento. Una legge in tal senso andrebbe a sanare una inaccettabile diseguaglianza civile ed inciderebbe positivamente sulle nostre realtà, lì dove 15.000 tra bambini e ragazzi con cittadinanza non italiana sono stati iscritti nelle scuole modenesi nell’anno scolastico 2010-2011, cifra pari al 15,3% dell’intera popolazione scolastica provinciale. Essi si trovano senza diritti e ciò risulta inaccettabile.

I migranti non sono persone di serie B: meritano pari dignità e reale capacità di accoglienza da parte di tutti. In generale, anche chi avesse maturato i requisiti per richiedere la cittadinanza italiana con l'attuale e restrittiva normativa, si trova a dover fare i conti con lungaggini burocratiche che incidono nella realtà quotidiana delle persone. SEL sostiene la campagna dell'Arci e di altre associazioni, "L'Italia sono Anch'io", e chiede che si approvi, su base nazionale, una legge che riformi la normativa sulla cittadinanza, con l’introduzione dello "ius soli" (diritto che deriva dalla nascita su un determinato territorio) al posto dello "ius sanguinis", aggiornando i concetti di nazione e nazionalità sulla base del senso di appartenenza ad una comunità determinato da percorsi condivisi di studio, di lavoro e di vita; e una legge che riconosca ai migranti il diritto di voto nelle consultazioni locali, quale strumento più alto di responsabilità sociale e politica."