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Cronaca Fiorano Modenese

Don Ciotti è cittadino fioranese, ieri la cerimonia al castello di Spezzano

Fiorano ha accolto il sacerdote fondatore di Libera, che ha rivolto alla comunità una lunga riflessione sulla legalità

Il Castello di Spezzano si è rivelato la migliore cornice per la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Don Luigi Ciotti e ieri sera, venerdì 5 maggio 2017, la Sala delle Vedute, così piena di gente, era nel contempo solenne e appassionata, con la storia rappresentata dalle vedute dei possedimenti Pio sulle pareti, il presente con tutte le istituzioni del territorio e il futuro con il sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi Luca Righi, a fianco di Don Ciotti e del sindaco Francesco Tosi.

Dopo gli interventi dei politici locali, il sindaco Francesco Tosi ha rivolto il suo primo ringraziamento alla scorta. Il conferimento della cittadinanza onoraria a Don luigi Ciotti vuole essere un messaggio alle organizzazioni mafiose: “Non sono gradite e non troveranno collaborazione da tutte le istituzioni e dai cittadini”. In Don Ciotti il sindaco vede testimoniati i valori della Costituzione. “Ciò che fa scattare l’impegno è la testimonianza; non sono le parole e i proclami. Bisogna essere testimoni credibili”.

Francesco Tosi ha quindi regalato al Sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi il libro di Don Luigi Ciotti ‘Etica e politica’. A Don Luigi Ciotti dona una pergamena con le motivazioni del conferimento della cittadinanza onoraria, una stampa raffigurante la Beata Vergine del Castello di Fiorano, una copia del libro ‘Fiorano Modenese. Una città, una comunità’ e una confezione di aceto balsamico donata dall’Acetaia del Riccio di Mario Bettini e Ginevra Manfredini.

Don Luigi Ciotti ha fatto un lunghissimo intervento: “Il conferimento della cittadinanza onoraria mi fa piacere, ma non è a me, persona piccola e fragile. C’è un noi: il Gruppo Abele, le 1600 associazioni a livello nazionale che Libera coordina”. 4.600.000 persone in Italia vivono in povertà assoluta, 1.100.000 sono bambini. Chi è povero non è libero. La mafia e la corruzioni sono contro la libertà, stanno con i più forti. C’è bisogno ogni giorni di una nuova Liberazione, di una nuova Resistenza. Mafia e corruzioni sono i parassiti della società. Nel 1900 Don luigi Sturzo ricordava come la mafia avesse i piedi in Sicilia, ma la testa a Roma e sarebbe arrivata più a nord, fino a superare le Alpi”.

“Ci sono segnali di cambiamento: Palermo non è la stessa di 25 anni fa; l’80% delle Università Italiane ha corsi per approfondire la conoscenza delle mafie e della criminalità organizzata. La confisca dei beni è un segnale importante perché restituisce alla comunità u beni mafiosi, con ville che diventano asili e centri per anziani”. Don Ciotti dedica un ricordo particolare a Ivan Cicconi, l’ingegnere bolognese, recentemente scomparso, eroe silenzioso, il massimo studioso dei meccanismi degli appalti, dell’intreccio fra criminalità organizzata, economica e politica.

“La corruzione e le mafie rubano a noi e bisogna colpire le cause di un male sociale, culturale, criminale. Dobbiamo combattere non solo chi fa il male, ma quanti guardano e lasciano fare. Dobbiamo avere il coraggio di essere più coraggiosi. La legalità non è un idolo o un progettificio retorico; non può essere ridotta all’ambito educativo della scuola ma deve incidere nella vita. No alla legalità malleabile, sostenibile”, si potrebbe dire accomodante. La legalità è una battaglia e uno strumento per la giustizia, indispensabile per la civiltà. La democrazia senza la responsabilità non sta in piedi. Guai se non sentiamo la nostra parte di responsabilità. Si commuovono ma non si muovono. Bisogna accogliere gli altri per accogliere se stessi, riconoscere gli altri per riconoscere se stessi. La formazione è importante per prendere coscienza dei cambiamenti”.

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