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Cronaca

Argilli (Nidil): "Con il 'Collegato lavoro' sarà più difficile per i precari far valere i diritti"

Dal 1 gennaio 2012 entrerà in vigore il 'Collegato lavoro', duramente contestato da Claudio Argilli di Nidil/Cgil. "Ora contestare un contratto atipico sarà più difficile, quasi una corsa a ostacoli"

Entrerà tra poco in vigore il "Collegato lavoro" (legge 183/2010) che - secondo Claudio Argilli, segretario sindacato atipici Nidil/Cgil Modena - renderà più difficile contestare i contratti di lavoro non standard. "Il regalo di fine anno - dice Argilli -, che certamente non sarà così gradito ai giovani precari e a quanti non più giovani subiscono forme flessibili di lavoro, in verità è stato confezionato due anni fa dal Governo Berlusconi e dal suo Ministro del Lavoro Sacconi con l'approvazione appunto del cosiddetto "Collegato lavoro", che per la parte riguardante la qualificazione del rapporto di lavoro, era stato prorogato di un anno".

Dal 1 gennaio il "Collegato lavoro" entrerà dunque pienamente in vigore e per contestare un contratto atipico - spiega la nota Nidil - sarà molto più difficile, quasi una corsa ad ostacoli. Il lavoratore o la lavoratrice avrà infatti solo 60 giorni di tempo (oggi il termine è sino a 5 anni) per chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da precario a stabile. In pratica la qualificazione del rapporto di lavoro e la scadenza del termine per i contratti a tempo determinato vengono parificati, per quanto riguarda i termini di impugnazione, ai 60 giorni già previsti per l'impugnazione del licenziamento. "Immaginate cosa può succedere - chiede Argilli -, ad esempio, ad un lavoratore somministrato che spesso si vede reiterare la somministrazione di mese in mese, anche per 5 anni. Questo lavoratore potrà impugnare solo l'ultimo contratto, perché per tutti gli altri precedenti rapporti di lavoro, saranno decaduti i termini".

Inoltre - continua la nota -, la conciliazione presso la Direzione provinciale del Lavoro, resa volontaria dal Collegato lavoro, è difficilmente praticabile poiché sempre la stessa legge abbrevia moltissimo i tempi di presentazione del ricorso: il legislatore per risolvere l'alto contenzioso nei tribunali, decide di scoraggiare il più possibile le cause. Il collegato lavoro prevede anche il cosiddetto "arbitrato irrituale", un giudizio a pagamento da parte di un collegio arbitrale che richiede il pagamento anticipato di circa il 4% del valore presunto della causa. Inoltre è previsto anche un ulteriore bollo (circa 230 euro) sulle cause di lavoro. "Una giustizia privata a pagamento non sostenibile per la maggior parte dei lavoratori - prosegue la nota -. Affrontare la riforma del mercato del lavoro centrando l'attenzione solo sull'art.18 dello Statuto dei Lavoratori, senza affrontare temi importanti e pratici come la riduzione delle molteplici forme di flessibilità, il recupero dell'evasione contributiva e fiscale dei contratti non genuini, e il diritto di difesa dei lavoratori oggi fortemente pregiudicato, non può essere un approccio positivo. Così come non è accettabile che la principale azienda automobilistica italiana si faccia contratti 'ad aziendam' ed escluda i sindacati che non sono d'accordo. Solo nelle dittature - conclude la nota di Argilli - chi non è d'accordo è messo fuori".

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