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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Via Università, 4

Il Rettore di Unimore: "Bene l'occupazione, migliorare la ricerca"

Unimore commenta la classifica delle università italiane del Sole24Ore che la vede al 19° posto. L'università di Modena e Reggio si dice contenta del traguardo occupazionale e didattico, ora deve però puntare sulla ricerca e su progetti internazionali

L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia solo 19° tra gli Atenei italiani. Così sentenzia la classifica de Il Sole 24 Ore che assegna comunque all’UNIMORE un “bronzo” per quanto riguarda la didattica, con punte di eccellenza che riguardano la produttività dei suoi iscritti, l’opportunità di frequentare stage durante il percorso di studi e la occupabilità dei laureati.  

INDICATORI. Ai fini della classifica sono stati presi in considerazione 12 indicatori: la sostenibilità, le borse di studio, l’attrattività, gli stage, la mobilità internazionale, la dispersione degli studenti iscritti lungo gli anni,  l’efficacia dei crediti formativi ottenuti in un anno per iscritto, il voto degli studenti,  l’occupazione dopo un anno dal titolo di studio, la qualità della produzione scientifica, la competitività della ricerca e la qualità dei dottorati.

IL PUNTO DI VISTA DEGLI STATISTI.Più della posizione complessiva – viene spiegato dagli estensori del Rapporto -, però, le indicazioni più interessanti arrivano dai singoli indicatori, che provano ad offrire un esame il più possibile completo su pregi e difetti di ogni ateneo. Così sul versante della didattica debuttano nuovi dati che provano a far luce sui temi più attuali per la formazione universitaria. Il processo che è partito, però, va urgentemente aggiornato e allargato, perché le pagelle dell’ANVUR finora fotografano il lavoro dei docenti strutturati fino al 2010, e lasciano quindi fuori i ricercatori più giovani e i lavori più recenti”.

 IL PUNTO DI VISTA DI UNIMORE. La fotografia che ci consegna l’analisi del Sole 24 Ore – dice il Rettore prof. Angelo O. Andrisano – ci conferma la convinzione dell’eccellente lavoro fatto in questi anni per migliorare la didattica e l’occupabilità dei nostri laureati, frutto dell’attenzione che abbiamo sempre avuto per l’adeguatezza delle strutture e per le azioni intraprese a sostegno degli studenti durante il corso di studi. Non mancano elementi di criticità che ci vengono sottolineati da questo rapporto e che devono spingerci, soprattutto per quanto riguarda la ricerca, ad intensificare il nostro impegno nella partecipazione a progetti nazionali ed internazionali, ed a porre una maggiore attenzione sulla qualità delle Scuole di Dottorato, alla luce anche dei nuovi criteri di accreditamento introdotti a livello nazionale”.     

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