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Cronaca Stradello Ponte di Ferro

Uccise il fratello violento con 30 colpi di pistola, condannata a 10 anni

Condannata perchè sparò al fratello dopo anni di violenze e maltrattamenti. Non è stata accolta la linea difensiva basata sulla legittima difesa: sconterà 10 anni e 8 mesi di carcere. La Guidi in aula: "Ho cercato il riscatto per me stessa e per la mia famiglia"

Non fu legittima difesa. Giordana Guidi uccise deliberatamente il fratello Gabriele, e per questo è stata condannata a 10 anni e otto mesi di detenzione, con la concessione delle attenuanti generiche. Si è chiuso oggi presso il tribunale di Modena il processo con rito abbreviato che vedeva imputata la 45enne modenese Giordana Guidi, che lo scorso 20 dicembre 2012 scaricò due caricatori della propria pistola contro il fratello, nella cucina dell'abitazione di stradello Ponte di Ferro.

Ho cercato il riscatto per me stessa, ma allo stesso tempo l'ho fatto per aiutare la mia famiglia – ha dichiarato la stessa Giordana Guidi in aula davanti al Gup, sottolineando poi come la grave situazione famigliare fosse stata denunciata più volte “agli assistenti sociali, al sindaco Barbolini, ai vigili urbani e ai parenti”, senza che nessuno intervenisse per risolvere la delicata situazione. “Mi dispiace aver fatto quello che ho fatto – ha aggiunto – ma tutti sono stati a guardare e poi hanno riversato il loro odio su di me. Mi si vuole far passare come assassina, ma Gabriele Guidi era l'assassino e non io. Se non lo avessi fatto sarei stata una delle tante donne che vengono uccise”.

Il pm Lucia De Santis aveva chiesto una condanna a 16 anni, che il giudice ha sostanzialmente avvallato  dichiarando l'imputata colpevole. Non ha retto invece la linea difensiva che il legale della donna, l'avvocato Gianpaolo Ronsisvalle, aveva impostato sulla legittima difesa, sostenendo che il gesto fosse una “reazione proporzionata ad un male ingiusto”. La donna infatti era stata vittima per lungo tempo di un fratello dispotico e violento, che teneva sotto scacco l'intera famiglia e in alcuni casi avrebbe anche usato violenza sui famigliari e sulla stessa Giordana. Ma la perizia del medico legale ha dimostrato che i primi tre colpi sparati dalla donna erano bastati a ridurre l'uomo in fin di vita, mentre gli altri 27 – di cui svariati anche ai genitali -  sarebbero stati un accanimento.

Nella sua requisitoria il pm ha sottolineato come l'intenzione di uccidere fosse chiara nel fatto che la donna - che deteneva armi per il tiro al volo ed era quindi esperta nel maneggiarle - quel giorno fosse scesa in cucina con il colpo in canna e un secondo caricatore nascosto sotto i vestiti. Il fatto che in quell'occasione non abbia poi reagito ad un preciso tentativo di violenza da parte del fratello ha poi scardinato il concetto stesso di legittima difesa, nonostante i conclamati atti compiuti dall'uomo in precedenza. Lasciando il tribunale per ritornare in carcere, senza nessuna reazione apparente alla pronuncia della sentenza, la stessa Guidi si è rivolta ai cronisti: “Scrivete che non è giusto”.

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