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Cronaca

Charlie Hebdo, studenti modenesi parlano con i vignettisti dei confini della satira

Gli studenti del Wiligelmo hanno incontrato i vignettisti e giornalisti italiani più famosi. Guido De Maria, Guido Silvestri, Claudio Onesti, Sergio Staino e Stefano Feltri hanno parlato di libertà di stampa e dei limiti della satira

Gli studenti del Wiligelmo hanno incontrato le figure italiane di spicco del mondo del giornalismo, fumetto e satira. Tra gli ospiti Guido De Maria, padre del Supergulp, Guido Silvestri, il creatore di Lupo Alberto, Claudio Onesti, o più comunemente conosciuto come Clod, e Sergio Staino, fumettista e regista, moderati da Stefano Feltri, il giornalista modenese de Il Fatto Quotidiano. L'Aula Magna del Policlinico ha ospitato il dibattito tra studenti ed esperti sul mondo della satira e libertà di pensiero intitolato "Charlie Hebdo: i confini della libertà". Gli ospiti hanno deciso di partecipare gratuitamente per parlare di un tema che hanno a cuore, e sono stati premiati con l'assemblea più partecipata da vent'anni a questa parte.

L'INFORMAZIONE PER STEFANO FELTRI E CLAUDIO ONESTI. Stefano Feltri è arrivato da Roma in treno conscio che si trattava di un'opportunità importante: "Mi fa piacere venire a Modena quando ci sono eventi del genere. 700 ragazzi così interessati è difficile trovarli in un posto solo e parlare di libertà di parole, di informazione e satira. Purtroppo, le idee degli studenti spesso rimangono chiuse nelle aule, senza potersi confrontare con degli esperti. Oggi è stato possibile, anche perché preferisco fare questo lavoro con i giovani, più che con anziani che vogliono solo confermare le proprie idee". L'importanza del vignettista è stata sottolineata anche da Clod che ha dichiarato: "Limitare un vignettista è come limitare un compositore dicendogli che non può usare tre note. La satira dà fastidio in modo rischioso, ma se non sei d'accordo non la leggi o la critici. Perché, se tutti ci fermiamo perché uno non è d'accordo non potremo più muoverci".

LA SATIRA PER  STAINO E DE MARIA. Staino ha spiegato cosa significa poter dire "Je Suis Charie" : "Io non me la sentirei di fare alcune vignette stupide e blasfeme pubblicate da Charlie Hebdo. Definirsi Charlie non significa condividere in toto ciò che scrivono, ma dire che anche loro hanno diritto di poterle scrivere. Sostenere che quelli di Charlie se la sono andata a cercare, è come pensare che una ragazza con una minigonna se viene stuprata un po era colpa sua". Importante l'intervento di Guido De Maria che ha voluto ricordare ai giovani: "Una cosa è dire una battuta e una cosa pubblicare una vignetta, quando si pubblica considerate sempre che un sorriso non vale mai un pollice fratturato. Però chi fa satira non può pensare di giocare coi fanti, ma deve parlare dei santi, perché è logico che interpreti la realtà con l'esagerazione caricaturale".

Assemblea "Charlie Hebdo" del 20/02/2015 (foto di Nicolò Faietti)

RAGAZZI MUSULMANI CONTRO LE GENERALIZZAZIONI. Gli interventi dei ragazzi sono stati numerosi, ma verso la fine si è percepito da alcuni la tendenza a stereotipare i musulmani come "quelli del massacro di Charlie Hebdo". Questo ha portato Usama Sikandar e Hilal Tunc, due ragazzi musulmani, ha spiegare: "Non è giusto associare la religione a quello che è successo a Parigi, perché anche i musulmani francesi sono scesi in piazza a dire che erano contrari. E' comprensibile che quelle vignette ad un musulmano o ad un cristiano non fanno piacere. Qui confondiamo il termine laico con ateo. Io sono musulmano ma credo nello stato laico, ma non ateo, perché io non sono ateo, sono credente. Io sono felice di essere musulmano perché è vero che davanti all'ateo, lui potrebbe avere più libertà, ma io ricevo più stimoli dai limiti. Il Corano non ha mai detto che bisogna uccidere per convertire, anzi in un versetto sostiene che: chi uccide un solo uomo è come se avesse ucciso l'umanità". 

Il dibattito sulla libertà di stampa continuerà questo weekend a Buk, il Festival della piccola e media editoria, dal 21 al 22 Febbraio presso il Foro Boario di Modena.

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