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Cronaca Bomporto / Sorbara di Bomporto

Confermato il soggiorno obbligato a Bomporto per l'ex boss dei Casalesi

Egidio Coppola, ex boss camorrista vicino a Francesco Schiavone detto Sandokan ha ottenuto il permesso di trascorrere il soggiorno obbligato a Sorbara con la sua famiglia

Alla fine, il sindaco di Bomporto Alberto Borghi ha dovuto alzare bandiera bianca. Nonostante il coro di proteste di istituzioni e cittadini ed una interrogazione in Parlamento, Egidio Coppola, l'ex boss dei Casalesi (vicino a Francesco Schiavone detto Sandokan) che nelle scorse settimane, dopo essere uscito dal carcere, aveva raggiunto la famiglia a Sorbara, ha ottenuto il permesso di trascorrere nella frazione il soggiorno obbligato. 

La richiesta che Coppola, sorvegliato speciale dopo la condanna per associazione mafiosa, aveva avanzato per riunirsi con la moglie e 3 dei suoi figli, già residenti in un appartamento in affitto in via dei Cipressini, è stata accolta. “Un atto dovuto” ha spiegato il primo cittadino, che ha sottolineato come non sia arrivato alcun segnale né dal Governo né dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. “Terremo alta l'attenzione – ha poi concluso Borghi – perché il rischio è che si infiltrino nuovamente nel modenese elementi legati alle associazioni criminali”.

Emilio Sabatini, presidente della Provincia, ha espresso tutto il suo sconcerto per la vicenda: "E' una cosa incredibile", ha commentato, criticando il governo che "non ha capito davvero cosa stia succedendo qui, anche perchè, probabilmente, troppo preso da ciò che accade in questi giorni a Milano". Rivolgendosi allo Stato, infatti, il presidente della Provincia si chiede dove sia finita la coerenza: "Si parla tanto di condannare la criminalità e mettere in atto politiche in grado di aumentare la sicurezza sul territorio e invece qui si è dimostrato di andare nella direzione esattamente contraria. Tutte componenti della comunità civile si sono espresse negativamente nei confronti di questa decisione ma a questo punto, dopo la conferma del tribunale, non ci rimane nulla da fare. Sarebbe ora - conclude Sabattini - di avere nuove regole, per ripensare in modo deciso il concetto del confino che appartiene, più che mai, solo al passato".

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