Motor Valley e Università, pronto un super-corso in inglese
Avviato l'iter presso il Ministero per costituire il nuovo corso biennale nel solco dell'Academi motoristica preannunciata dal rettore Unimore. Bonaccini: "Vogliamo studenti da tutto il mondo"
Un nuovo supercorso, biennale e in lingua inglese, promosso dalle Università dell'Emilia-Romagna per formare, proprio nel cuore della motor valley, i futuri ingegneri automotive provenienti da tutto il mondo. Ci si lavora da un po' e ora bisogna correre: il materiale per l'accreditamento al ministero dell'Istruzione verrà inviato a brevissimo (la deadline è in gennaio), con l'obiettivo di avviare il corso già nell'anno accademico 2017-2018. Le lezioni si dovrebbero tenere nelle principali sedi di Ateneo coinvolte, a partire da Bologna e Modena, ma tutte le quattro Università parteciperanno: Alma Mater, Unimore, Università di Parma e Università di Ferrara.
I riflettori in questo campo li ha accesi da tempo proprio l'Università di Modena e Reggio Emilia, il cui rettore Angelo Oreste Andrisano lavora intensamente da un anno ad una Academy centrata sull'automotive al campus del dipartimento di Ingegneria "Enzo Ferrari". E qui si 'innestà il nuovo corso 'globalè in inglese, di cui si sta occupando in primis l'assessorato regionale al Lavoro di Patrizio Bianchi e che verrà presentato nella stessa Regione tra poche settimane.
Il solco dell'iniziativa, appunto, è quello della Academy modenese, lanciata da Andrisano all'inaugurazione dell'anno accademico Unimore il 17 marzo scorso in compagnia dell'ad Fca Sergio Marchionne, ma appunto nella nuova iniziativa gli scenari vengono decisamente dilatati. In ogni caso, una formazione ancora più mirata rappresenta un'esigenza non da oggi nell'Emilia accademica. Una ricerca a tema di AlixPartners, ad esempio, stimava qualche mese fa un gap tra il fabbisogno locale di ingegneri (380) e l'offerta di laureati Unimore (130) stimato pari a -250 unità; e si' che gli ingegneri (meccanici) crescono di oltre il 50% a Unimore, tanto che nelle aule attuali non ci stanno più.
Il nuovo corso, in ogni caso, potrà rispondere a questo ed altri problemi ben più di 'sistemà. In attesa degli annunci ufficiali, Bonaccini e il sindacato continuano a ragionare su rischi e opportunità legati al ritornello "Industria 4.0". Riprende Bonaccini: "C'è chi sostiene che si perde un 10% di occupati (tra i sindacati c'è chi stima di più, ndr) ma c'è chi dice anche che questi nuovi 'good jobs' possono portare a 2,6 lavori, in più rispetto a quelli si perdono, per ogni tipo di impiego nuovo che viene creato. Mi interessano poco le previsioni, in realtà, perchè mi interessa dare corso- evidenzia il governatore- al Patto per il lavoro regionale, nel cui ambito l'industria 4.0 è molto presente a proposito di tecnologie e digitalizzazione, per competere nella manifattutra in particolare".
(DIRE)