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Cronaca

Criminalità minorile dilagante, Siulp "Rivedere le norme prima della Giustizia fai da te"

Il Sindacato delle forze di polizia lancia l'allarme sul tema della ormai dilagante criminalità di giovanissimi puntando il dito sul fallimento delle politiche di accoglienza indiscriminata e il fallimento del ruolo educativo della famiglia e della scuola

Sono quasi all'ordine del giorno episodi di violenza e criminalità che coinvolgono sempre più spesso i giovani e giovanissimi per lo più stranieri. Sul tema fortemente sentito anche a Modena si è espresso il Siulp. 

“Dal 2010 ad oggi i reati commessi dai minorenni in Italia sono aumentati del 15,34%, e nell’anno 2022, il 52,3% delle denunce riguarda ragazzi immigrati, che quindi hanno superato quelle dei coetanei italiani. Le attuali norme tutelano in modo eccessivo o comunque non adeguato ai tempi i ragazzi di oggi che crescono in fretta, nel bene e nel male, pronti a rivendicare i propri diritti ma refrattari ad assumersi le responsabilità conseguenti alle proprie azioni che a volte neanche comprendono.   Sempre le attuali norme non tutelano in maniera adeguata le vittime dei reati, tanto meno agevolano le loro legittime e doverose denunce, tanto che, essendo demotivate dalle lungaggini burocratiche e procedure processuali lunghe e con esiti incerti, sono propense a rinunciare al loro diritto di chiedere la punizione dell’aggressore."  Dichiarano dal sindacato. 

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"Sapere che siano stranieri, italiani o italiani acquisiti ha invece un certo valore civile, perché nel caso di minori stranieri evidenzia il fallimento delle politiche di accoglienza indiscriminata ed integrazione posti in essere in questo paese negli ultimi 20 anni. Ma per tutti, italiani e stranieri, evidenzia anche il fallimento del ruolo educativo della famiglia e della scuola, che dovrebbero essere i pilastri sui quali costruire la personalità dell’individuo, prima bambino, poi adolescente ed infine adulto, con diritti, doveri e responsabilità. Ma per tutti, italiani e stranieri, evidenzia anche il fallimento del ruolo educativo della famiglia e della scuola, che dovrebbero essere i pilastri sui quali costruire la personalità dell’individuo, prima bambino, poi adolescente ed infine adulto, con diritti, doveri e responsabilità. Quello che poi preoccupa ancora di più e che, all’imperversare della criminalità minorile di strada, già si notano le prime avvisaglie di risposte inconsulte di cittadini che non accettano più di esser vittime innocenti e di non essere tutelate dallo Stato."

"E speriamo - proseguono i portavoce- che l’aggressività delle bande criminali giovanili, scontrandosi con la risposta difensiva di cittadini esasperati, non produca danni irreparabili sia per gli uni che per gli altri e, più in generale, per la collettività.  Come rappresentanti sindacali delle forze di polizia non possiamo fare altro che ripetere come sempre, che facciamo e faremo quello che possiamo con le risorse umane e materiali disponibili, nell’ambito di un quadro normativo totalmente inadatto a fronteggiare una criminalità, compresa quella minorile, sempre più aggressiva e violenta poiché certa di quasi impunità.  In un paese nel quale il solo personale in uniforme patisce un’aggressione ogni 3 ore e che, se rapportata a tutti gli appartenenti alle helping profession (sanitari, professori, autisti di mezzi pubblici, ecc. ecc.), scende ad una ogni 3 minuti, non si comprende come si possa tutelare efficacemente l’ordine pubblico e garantire la sicurezza della gente senza delle norme che tutelino veramente chiunque eserciti una professione di sicurezza e servizio pubblico."

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