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Cronaca

Curiosità Modenesi | Le 5 donne che hanno fatto la storia di Modena

La storia di Modena ha visto tante donne protagoniste. Abbiamo raccolto la storia di 5 modenesi che hanno determinato il corso della nostra città e della storia italiana

In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, abbiamo qui di seguito raccontato la storia di 5 donne modenesi che hanno cambiato la storia della propria città e di questa comunità con le loro idee e le loro azioni. 

PULONIA. E' un personaggio inventato ed è il simbolo femminile della famiglia Pavironica. Il suo abito tipico è una cuffia bianca, un vestito alla caviglia di colore scuro, ma tutto disegnato a fiori vivaci; sul davanti un grembiule bianco, ai piedi scarpette di vernice nera con vistose fibbie argentee; una parrucca bianca a boccoli completa la sua divisa. Era nata come personaggio femminile sottomesso al marito e senza mire femministe, anche se in realtà nel tempo è cambiata e negli ultimi decenni si è aperta molto, creando quel "bisticcio" con Sandrone che fa ridere molti, e con cui tante modenesi riescono a ritrovarsi.

BONISSIMA. Per tutti i modenesi la Bonissima è la statuetta posta all'angolo del Palazzo comunale di Modena in Piazza Grande alta 137 cm. Ma per chi ha approfondito l'origine di questa statua non si tratta di una figura legata alle storie popolari, ma ad una donna realmente esistita. Se per alcuni è infatti simbolo della Bona Esma ossia della stima o misura, in quanto quello era il palazzo del commercio, secondo la leggenda la Bonissima era in realtà una donna facoltosa che durante un periodo di carestia chiamò i modenesi nel suo castello e li sfamò, chiedendo finanziamenti ai notabili della città. Una volta cessata la caresta la popolazione modenese decise di creare l'opera proprio per ricordarne le gesta. 

LAURA ADANI. E' stata un'icona del cinema della prima metà del '900. Lei si può dire che ha visto proprio nascere il cinema, anche se la sua più grande passiona era il teatro. Immaginare oggi una donna che recita a teatro è comune, ma all'epoca erano davvero poche le donne che salivano su un palco e ancor meno quellle che riuscivano ad avere il successo dell'Adani. Era nata a Modena nel 1913 ripetendo sempre che "veniva dalla provincia e sentiva il bisogno di emergere". E' stata un' apprezzata Ofelia nell' Amleto, una lodata Gasparina nel Campiello goldoniano, un' indimenticabile Dama delle Camelie nel dramma di Dumas, nonché la prima celebrata interprete italiana di Giorni felici di Samuel Beckett con la regia di Roger Blin.

TARQUINIA MOLZA. E' una delle poche donne che sono riuscite distinguersi nel mondo dell'arte del '500. Infatti bisogna pensare che all'epoca le donne non avevano spazio nell'arte, come in molti altri settori, tuttavia la modenese Tarquinia Molza è passata alla storia come compositrice, musicista e poetessa dell'età rinascimentale. La fortuna volle che riuscì a studiare sin da subito aprendo la mente a lingue come il greco, il latino e l'ebraico, e studiando poesia, filologia, musica e discipline filosofiche. Seppur si sposò con un nobiluomo di nome Paolo Porrino, andata a Ferrara presso la corte Estense intrattenne frequentazioni con Torquato Tasso. Il poeta la stimava molto e ne intitolà il dialogo La Molza, o vero de l'Amore. 

CATERINA CASELLI. Non si può concludere questo elenco senza una delle voci più amate dall'Italia degli anni '60. Caterina Caselli nacque a Modena nel 1941 e iniziò la sua carriera giovanissima nel 1963 a Castrocaro nella rassegna "Voci Nuove". Anche se la sua voce sarà sempre ricordata a Sanremo. Infatti, già nel 1968 si presentò al Festival di Sanremo con la canzone "Il volto della vita" con la quale vince il Cantagiro. Si ripresenta nel 1969 sul palco dell'Ariston duettando con Jhonny Dorelli e nel 1970 con Nino Ferrer. Dopo il festival del 1971 con la canzone "Ninna Nanna" duettando con i Dik Dik tornerò solo nel 1990 con la canzone "Bisognerebbe non pensare a te".

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