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Cronaca Via Saragozza / Viale delle Rimembranze

Chioschi nel Parco, il Comune fa retromarcia e ferma il progetto

Per favorire il dissequestro da parte dell'autorità giudiziaria, La Giunta approva una delibera che ridimensiona il programma e dice sì alla richiesta dei gestori di abbattere i pilastri in cemento. Sopravviveranno solo tre chioschi, permessi decaduti per gli altri gestori

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Dopo un lungo braccio di ferro con la Procura della Repubblica il Comune di Modena ha nei fatti deciso di alzare bandiera bianca e bloccare il progetto edificatorio dei chioschi nel Parco delle Rimembranze. Nella delibera approvata dalla Giunta in queste sue ultime ore di attività amministrativa prevede infatti una riduzione per il 2014 a soli tre chioschi, invece dei sette preventivati. Rispetto alle soluzioni costruttive il Comune di Modena accoglie poi positivamente la richiesta dei titolari di abbattere i pilastri in cemento armato e la loro sostituzione con montanti in acciaio o legno, per la quale sono già state presentate agli uffici tecnici le apposite Scia, le Segnalazioni certificate di inizio attività.

Lo stesso sindaco Giorgio Pighi è stato incaricato di trasmettere ufficialmente alla Procura della Repubblica la relazione tecnica alla base del provvedimento affinché “ne tenga conto nelle eventuali istanze di dissequestro” che i titolari dei chioschi Bobotti, Tosco-Sogeba e Bar Elio hanno dichiarato di voler presentare dopo aver depositato la Scia con le modifiche delle caratteristiche costruttive.

Non solo. Una novità si prospetta anche sotto il profilo economico e suona quasi come un indennizzo per i disagi causati agli imprenditori. In caso di dissequestro infatti, la delibera prevede di assegnare ai tre chioschi, al momento della ripresa dei lavori, il contributo di 10mila euro che originariamente era previsto solo al termine dell’intervento. Per gli altri chioschi - i cui cantieri non sono amai stati aperti - la delibera conferma la “decadenza” dei permessi di costruire (è il caso del Lido, del Cedro di Serafini e della Capannina), mentre rimane “sospeso” El Paseo. Dei 59 moduli complessivi previsti nel progetto con sette chioschi, quindi, con il ridimensionamento stabilito dalla giunta comunale se ne realizzano solo 21, per una superficie complessiva di 325 metri quadri rispetto ai mille metri quadri previsti.

La relazione tecnica che accompagna la delibera sottolinea come la demolizione delle colonne in cemento a sostegno del tetto di copertura, sostituendole con montanti in legno o ferro su cui agganciare le lastre di vetro di tamponamento del volume coperto, renderà la struttura “più facilmente rimuovibile, ossia smontabile, perché imbullonata e non saldata alla platea di cemento esistente, che viene mantenuta quale pavimento e quale solido aggancio necessario ai fini della sicurezza sismica”. All’interno della platea di fondazione si trovano tutti i condotti tecnici per lo scarico delle acque chiare e scure, i cavidotti degli impianti elettrici e gli altri condotti che servono al funzionamento della struttura: dai servizi igienici alle cucine.

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