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Cronaca Vignola

Delitto di Vignola, cellulare e coltello incastrano il sospettato numero uno

L'inserimento della scheda sim nel cellulare della vittima e il possesso del coltello sporco di sangue incastrano Silva Santos Francisco Celio, il 35enne brasiliano senza fissa dimora fermato dai Carabinieri il 24 maggio scorso. Attesa per l'autopsia

silva-santos-francisco-celio-striscia-biancaHa inserito la sua scheda sim nel cellulare della vittima. È stato questo l'elemento chiave che ha consentito agli inquirenti di incastrare Silva Santos Francisco Celio, il 35enne brasiliano senza fissa dimora nel vignolese ritenuto responsabile dell'omicidio di Teresa Urbaniak, la badante polacca di 48 anni trovata morta il 6 maggio scorso in un bosco tra Marano e Vignola. L'indagato, per compiere il delitto, ha utilizzato un coltello per sfilettare la carne: notevole lo sconcerto degli agenti quando, nell'esecuzione del fermo, hanno scoperto che l'uomo aveva l'arma in tasca, ovviamente con la lama e l'impugnatura ripulite da segni o impronte digitali. Ripulitura, però, che non è servita a molto dato che gli operatori del Ris di Parma, dopo un'attenta analisi, hanno constatato la compatibilità delle tracce di sangue lasciate sulla lama stessa e il dna della vittima.

Secondo la ricostruzione, il 35enne avrebbe sorpreso la badante sul Percorso Sole di Vignola e ucciderla con una decina di coltellate. Poi, il brasiliano ha ingenuamente inserito la propria scheda sim nel telefono cellulare della vittima, permettendo così la localizzazione da parte degli inquirenti. Per i Carabinieri, non c'era alcuna relazione di conoscenza tra l'assassino e la sua vittima.

"Preziosissimo lo studio dei tabulati telefonici - ha detto il Procuratore Aggiunto di Modena, dott.ssa Lucia Musti -  Ricordiamoci che i telefonini ci schedano, ci inquadrano e ci fotografano. Anche buttare le schede non serve, noi con i nostri sistemi di lettura dei tabulati riusciamo ad arrivare a risultati scientifici che mettono la firma e fissano la presenza di una persona in un determinato luogo. Volessimo sfuggire ai controlli, bisognerebbe rinunciare al loro utilizzo".

Nonostante la certezza delle prove, rimane in sospeso l'autopsia per l'analisi di eventuali fluidi biologici sul corpo della vittima, per capire se c'è stata violenza sessuale: "Dobbiamo ricordare che siamo in attesa della definitiva stesura della relazione del medico legale - ha aggiunto la Musti - Per esperienza comune, sappiamo che quando viene ritrovato un cadavere in avanzato stato di decomposizione, come questo caso, ciò non è di aiuto agli investigatori. Per questo, nella perizia medico legale, è stata coinvolta la dottoressa Cattani, la stessa che si è interessata del caso di Yara Gambirasio".

Punto interrogativo sul movente: "Al momento, non avendo risultati autoptici a disposizione, l'ipotesi più accreditata è quella della rapina di quanto fosse in possesso la povera Teresa Urbaniak - ha risposto il colonnello Salvatore Iannizzotto, comandante provinciale dei Carabinieri di Modena  - Nulla esclude però che con autopsia possa risultare qualche nuovo elemento e non si sa nulla di un'eventuale violenza sessuale". Urbaniak, infatti, sarebbe stata derubata di telefonino, bicicletta, scarpe e pantaloni. Non è noto, dicono gli inquirenti, se fosse in possesso di una borsetta. 

 

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