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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Smascherati un finto avvocato e due complici, decine di truffe tentate 

La banda aveva un "centralinista" fuori provincia, che cercava vittime anziane fingendosi un avvocato, mentre i complici ritiravano il denaro a casa delle vittime. La Polizia li ha individuati grazie alla prontezza di un cassiere di banca che ha segnalato la truffa ai danni di una 84enne

Tre veri professionisti della truffa ad anziani, molto competenti e senza scrupoli, sono finiti nella rete della Polizia di Stato, che ha sventato la truffa ai danni di una signora 84enne di Modena, risalendo così ad uno dei malviventi e al resto della banda. I reati compiuti dai truffatori risalgono ai primi di ottobre dello scorso anno, quando Modena e dintorni furono investiti da una vera e propria ondata di truffe telefoniche ai danni di anziani, soprattutto con la tecnica del finto avvocato che chiedeva cauzione per un ipotetico incidente stradale in cui era coinvolto il figlio o il nipote della vittima. Dopo mesi di investigazioni, si è giunti ad un punto fermo e l'indagine, coordinata dal PM Lucia De Santis, ha portato a tre misure cautelari.

Snodo cruciale era stato il tentativo di truffa ai danni dell'anziana modenese, che si era recata in banca con grande agitazione, chiedendo di prelevare 5mila euro in contanti. Il cassiere si era insospettito, chiedendo lumi alla donna e di conseguenza capendo cosa stava realmente accadendo. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Modena si erano portati sul posto e seguito poi la signora nel viaggio ri rientro a casa: in questo modo la Polizia aveva osservato un uomo che a sua volta pedinava l'anziana, procedendo poi al fermo.

Il soggetto, un 43enne napoletano, aveva con sé un telefono cellulare che è stato la vera chiave di volta per colpire la banda. Grazie ai numeri delle schede sim e al monitoraggio del traffico telefonico, la Mobile ha infatti ricostruito tutta l'attività dei truffatori. Utilizzando diverse schede con numeri consecutivi, usa e getta per ciascun “lotto” di truffe, il capo dell'organizzazione tentava di abbindolare gli anziani, per poi far entrare in azioen i complici per il ritiro del denaro. In questo caso il “centralinista”, 32enne napoletano, era ben lontano dalla zona dell'azione (a Cattolica) per non essere rintracciato e componeva in sequenza i numeri di utenze fisse ottenute grazie a qualche database: in una sola giornata aveva tentato 38 truffe a persone residenti nel modenese, di età compresa fra i 60 e i 90 anni.

L'indagine ha permesso di denunciare tre persone per associazione a delinquere e tentata truffa aggravata e continuata: Si tratta appunto di tre napoletani, il “boss” Giovanni Bonito e i due complici Gennaro Parisi e Gennaro Farinelli, quest'ultimo fermato a Modena. I tre si trovano ora nei loro comuni di residenza, dove sono sottoposti all'obbligo di firma.

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