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Cronaca Caduti in Guerra / Corso Canal Grande

Rapinatori rimessi in libertà, lo sfogo di una modenese sul blog di Grillo

Dopo il furto e le lesioni subite la scorsa settimana, la 33enne modenese Giovanna D'Agostino fa sentire la sua voce sul blog del comico genovese. "Dobbiamo uscire di casa con il coltello in tasca per sentirci sicure nelle nostre città?"

Nelle prime ore della notte, lo scorso 9 settembre, da un'auto in corsa una coppia di scippatori le aveva strappato la borsetta, costringendola anche a finire al pronto soccorso. Ieri la vittima di questo rapina, Giovanna D'Agostino, ha deciso di scrivere al blog di Beppe Grillo, affidando alla frequentatissima bacheca del leader del Movimento 5 Stelle la propria amara riflessione.

Il post vuole denunciare non tanto l'accaduto in sé, quanto piuttosto il procedimento giudiziario che ne è scaturito. I due malviventi infatti sono stati condannati a 1 anno e 8 mesi con la condizionale e quindi rimessi in libertà con l'unico vincolo di non dimorare più a Modena. Una sentenza che ha scatenato la furia della D'Agostino. Ecco la sua riflessione integrale sul blog di Grillo:

"Mi chiamo Giovanna e sono una cittadina modenese di 33 anni. Vi racconto l’episodio di malagiustizia all’italiana di cui sono stata vittima qualche giorno fa. Lunedì 9 settembre, alle 21.45 circa, mentre percorrevo a piedi una via del centro della città di Modena venivo scippata con violenza della mia borsa. Contattato immediatamente il 113 e fornito il modello dell’auto, la targa e la descrizione dei due rapinatori, la polizia riusciva dopo poco a trarli in arresto e a recuperare la borsa. Nell’auto dei due venivano rinvenute una pistola a piombini e dei passamontagna. A seguito delle percosse riportate al Pronto Soccorso mi verranno riscontrate distorsioni al gomito, trauma al rachide cervicale e strappo del muscolo pettorale sinistro. Ma eccoci alla beffa! All’indomani dello scippo i due rapinatori, leccese lui e cubana lei, vengono condannati ad 1 anno ed 8 mesi con la condizionale e rimessi in libertà ma con il “divieto di dimora a Modena”. In poche parole i rapinatori decidono di patteggiare la pena ed il Pm e il Giudice acconsentono essendo i 2 incensurati (forse perché mai beccati?) senza valutare minimamente le conseguenze morali e sociali di tale decisione.

Mi chiedo il perché il Pm ed il giudice abbiano optato per la soluzione piu favorevole ai ladri e sfavorevole alla vittima nonostante avessero gli strumenti necessari per garantire maggior giustizia e maggior certezza della pena. La violenza della donna, la pistola, i passamontagna, come possono essere state considerate delle attenuanti? Da quando è considerato normale andare in giro con pistole e passamontagna? Perché il Pm non ha rifiutato il patteggiamento proposto e non ha rinviato udienza del processo ad altra data dove i miei diritti di vittima e di cittadina che denuncia avrebbero avuto più valore? Perché non si è scelta una misura cautelare più congrua come obbligo di firma, arresti domiciliari o il carcere optando,invece, per la pìù lieve “divieto di dimora a Modena?” Il Pm e il giudice con questa decisione hanno voluto forse dire ai rapinatori: “Vi condanniamo ad 1 anno e 8 mesi ma non vi mandiamo in galera perché incensurati. La pistola finta, i passamontagna e la violenza dello scippo? Circostanze non essenziali, ve le perdoniamo. Andate a delinquere altrove ma non qui a Modena. Attenti però a non farvi beccare di nuovo perché la prossima volta il carcere non ve lo toglie nessuno!” Ed è questa la giustizia italiana in cui dobbiamo credere ed avere fiducia? Sono questi gli uomini di legge che dovrebbero tutelare le donne e i cittadini vittime di violenze? Dobbiamo uscire di casa con il coltello in tasca per sentirci sicure nelle nostre città?

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