La storia di Elisa, volontaria da Modena per i bambini siriani
Elisa porta cibo, vestiti e medicine con gli amici di Time4life: "Sembra di entrare all'inferno, ogni notte muoiono in media quattro bambini". Ecco come ci si muove nelle zone calde del Medio Oriente
“Chi salva una vita, salva il mondo intero”. È il sentimento che spinge una volontaria modenese ad inviare costantemente in Siria cibo e medicine. Si tratta di Elisa Fangareggi, trentenne avvocato civilista che insieme ad altri volontari ha trovato il modo per “entrare” in quelle zone con provviste, farmaci, vestiti e tanto sostegno morale. “Essendo, infatti, precluso il passaggio in Siria alle organizzazioni umanitarie, i volontari devono utilizzare sempre nuove «scuse» per entrare nei campi”. A rendere di pubblico dominio la testimonianza è stata l'agenzia TM-News tramite il giornalista modenese Paolo Tomassone.
“Sembra di entrare all'inferno, spiega Elisa, in un campo di 7.000 persone ci sono 1.800 bambini 0-3 anni: ogni notte muoiono in media 4 bambini per il freddo, per una bronchite o perché digiunano anche da cinque giorni”. Tutto questo a causa del conflitto in corso. Elisa ha iniziato questo percorso nel 2011 in piena Primavera Araba: “tramite un amico attivista in quel paese, ho conosciuto un siriano, che è diventato il mio migliore amico, quasi un fratello. Lui stava scappando e mi chiedeva aiuto per il suo paese. Così abbiamo iniziato a portare latte in polvere anti reflusso, medicinali di qualsiasi tipo e chemioterapici praticamente introvabili là”.
Elisa è affiancata dai “colleghi” di Time4life di Modena, associazione che continuamente cerca volontari per raccogliere materiale. Time4life verrà a breve ufficializzata, per ora è possibile contattarla tramite social network. La storia di Elisa serve soprattutto a sensibilizzare l’opinione pubblica verso quelle popolazioni della Siria che stanno vivendo un vero e proprio genocidio: “molti, racconta Elisa, dicono che è un'utopia, come svuotare l'Oceano con un cucchiaino, non salveremo la Siria ma se possiamo salvare anche solo 100 bambini ben venga”.