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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Campogalliano

Nuova squadra, esercitazione per le "nutrie" della Protezione Civile

Presentata questa mattina la nuova Squadra di Sicurezza Fluviale della Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile 

Nuova nata in casa della Consulta Provinciale del Volontariato di Protezione Civile di Modena, la “Squadra Sicurezza Fluviale” ha come logo ha una nutria. Sono tutti volontari, una ventina per ora, e questa mattina hanno dato la prima dimostrazione pubblica delle loro attività su un tratto di argine vicino al Jonathan Ecocampus di Campogalliano. Con il varo di un telone, prima e con alcune simulazioni di recupero di volontari caduti in acqua, hanno dimostrato quanto sia importante il loro ruolo nel vegliare sulla sicurezza degli altri volontari.
Dopo la distribuzione di imbraghi e giubbotti salvagente autogonfianti ad un gruppo di una decina di volontari operativi, e dopo un briefing iniziale sull’utilizzo degli stessi, si è proceduto al varo di un telone, procedura normalmente utilizzata in caso di erosione o presenza di tane nel lato fiume del tratto superiore dell’argine durante le piene. 

I volontari in azione sono stati assicurati con imbraghi e corde, legate a piastre fissate prima nella parte più stabile del terreno dell’argine lato campagna poi ad alberi e ad altri appigli, e sotto la sorveglianza della squadra speciale delle “nutrie”. Si è poi proceduto al recupero attivo e passivo di volontari in acqua, grazie al lancio di corde fornite di un apposito galleggiante, in grado di assicurare sia la distanza e la precisione del lancio sia il recupero del volontario.

“Lavoriamo da molti mesi a questo progetto – afferma Stefano Colombini, vice-presidente della Consulta modenese e istruttore federale della SEA Sub. - Quello della sicurezza dei volontari è un tema a cui teniamo moltissimo e da tempo è emerso il problema dei rischi corsi quando si opera sull’argine, facendo monitoraggio o varando appunto un telone o lavorando a motopompe e altre attrezzature, in condizioni spesso estreme. Questo progetto, assolutamente sperimentale e portato a termine anche grazie al contributo dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna, nasce principalmente dalla condivisone di esperienze tra i nostri volontari che sono stati precedentemente impegnati in attività di soccorso in altri ambiti”.

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