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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Appalti "fantasma" di manodopera nel settore carni, maxi evasione per una rete di 11 imprese

La Guardia di Finanza di Modena, su delega della Procura della Repubblica di Modena, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, fino a concorrenza di 4 milioni di euro, nei confronti di 11 imprenditori ed un consulente fiscale, indagati, a vario titolo, per reati fiscali

Il malaffare e lo sfruttamento del lavoro nel distretto modenese della lavorazione carni tornano al centro della cronaca. La Guardia di Finanza di Modena, infatti, ha eseguito nelle scorse ore un decreto di sequestro preventivo fino a concorrenza della somma di oltre 4 milioni di euro emesso dal Giudice per le indagini preliminari  nei confronti di 11 imprenditori e un consulente fiscale, indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di IVA e ritenute, indebita compensazione con crediti inesistenti, falso ed esercizio senza autorizzazione dell'attività di intermediazione di manodopera.

Il provvedimento cautelare arriva al culmine di una complessa inchiesta delle Fiamme Gialle iniziata ormai due anni fa, da mese di marzo 2021. Nello specifico, è stata ricostruita l'operatività di una serie di imprese, di fatto amministrate - tramite prestanome - da una persona di origine cingalese residente a Spilamberto. Lo straniero, in concorso con un consulente fiscale con studio a Castelfranco Emilia, è accusato di avere posto in essere un articolato sistema fraudolento mediante il quale era possibile fornire manodopera a tariffe inferiori al prezzo di mercato, cosi alterando la libera e leale concorrenza. I

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, queste società fantoccio, senza alcuna autorizzazione, avrebbero esercitato da anni le attività di un vero e proprio ufficio di collocamento, con raccolta delle candidature di persone in cerca di occupazione: sia da cittadini italiani sia da extracomunitari provenienti soprattutto dallo Sri Lanka. Tramite contratti di appalto simulati, che mascheravano in realtà una mera somministrazione di manodopera, i lavoratori sarebbero stati impiegati in mansioni non specializzate presso aziende operanti principalmente nel distretto modenese della lavorazione delle carni, ma anche in società della provincia di Bologna.

Il ricorso allo schema dell'appalto era funzionale a far ottenere vantaggi sia all'appaltante che all'appaltatore, in modo da poter offrire la manodopera a prezzi particolarmente vantaggiosi solo grazie all'evasione fiscale e contributiva. Infatti, da un lato, il committente maturava un indebito credito IVA che non avrebbe potuto conseguire alla luce delle reali prestazioni ricevute, e si sottraeva alle responsabilità giuslavoristiche, mentre dall'altro lato il fornitore della forza lavoro non procedeva a versare le imposte, le ritenute fiscali e i contributi previdenziali in quanto compensava detti debiti con crediti d'imposta inesistenti.

Attraverso l'analisi della documentazione acquisita e le testimonianze dirette dei lavoratori - anche grazie alla collaborazione dei funzionari dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro e dell'INPS di Modena - è stata ricostruita la posizione di impiego di centinaia di persone nel periodo dal 2016 al 2021, quantificando in oltre 4 milioni di curo il profitto dei reati contestati, corrispondente al valore delle imposte complessivamente evase. 

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