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Cronaca

Evasione e autoriciclaggio sfruttando i voucher, imprenditore in carcere

Arrestato nuovamente il mirandolese Massimiliano Sciava, indagato per la presunta creazione di credi d'imposta fittizi per ben 24 milioni di euro. Viveva nella suite di un hotel in Riviera

Questa mattina la Guardia di Finanza di Modena ha accompagnato in carcere un imprenditore mirandolese, Massimiliano Sciava, su ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Modena. L'uomo è indagato, insieme ad altre tre persone, per i reati di di indebite compensazioni, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, omesso versamento Iva, autoriciclaggio, falso in bilancio e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Si tratta di crimini economici e fiscali riconducibili alle sua attività imprenditoriali nel settore della somministrazione di lavoratori.

Il provvedimento cautelare è stato emesso all'esito di un'articolata e complessa attività d'indagine, coordinata da questa Procura e condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena a partire dal mese di settembre 2020. 

In particolare l'inchiesta ha avuto origine da alcune segnalazioni di operazioni sospette provenienti dalla Banca d'Italia, i cui approfondimenti sono stati delegati dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma al Nucleo P.E.F. di Modena. L società amministrate di fatto dall'indagato individuate dalla polizia Giudiziaria erano almeno sette.

Le indagini svolte hanno consentito di accertare che gli indagati, sfruttando fraudolentemente la normativa di agevolazione fiscale in materia di ACE (Aiuto alla Crescita Economica) ed alterando la documentazione societaria e le dichiarazioni fiscali della holding dei gruppo societario (composto da almeno quattro società tutte riconducibili all'indagato e da lui amministrate di fatto), attraverso un artificioso conferimento di circa 10 miliardi di euro, rappresentato da "buoni-lavoro", strumento finanziario non riconosciuto dagli organi di vigilanza e privo di alcun valore economico, avrebbero creato un fittizio credito di imposta quantificabile in ben 24 milioni di euro.

Il credito d'imposta così fittiziamente creato dall'indagato e dai complici, sarebbe poi utilizzato principalmente per abbattere il debito tributario verso l'Erario dovuto dalle società riconducibili all'imprenditore. L'attenta analisi della documentazione societaria e bancaria eseguita dalla Guardia di Finanza di Modena ha permesso, altresì, di ricostruire due operazioni di autoriciclaggio per complessivi 2,5 milioni di euro circa, poste in essere dalla persona destinataria della suddetta misura cautelare, attraverso il trasferimento di parte del credito d'imposta fittizio a due società (gestite di fatto dall'arrestato) per la capitalizzazione delle stesse.

Il mirandolese, già noto alle cronache per altre inchieste per tturra, è stato rintracciato nella sulle di un albergo a cinque stelle a Milano Marittima, dove da oltre un anno abita stabilmente, nonostante risulti aver presentato negli ultimi cinque anni solo le dichiarazioni per gli anni d'imposta 2017, 2019 e 2020 indicando nelle stesse redditi rispettivamente per 24mila, 42mila e 31 mila, versando imposte per soli 9mila euro. Durante la perquisizione eseguita oggi la polizia giudiziaria ha rinvenuto e sequestrato cinque orologi di lusso. 

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