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Cronaca

Expo, il pane di Pavullo uno dei protagonisti del film "Un viaggio di cento anni" di Pupi Avati

Pupo Avati sceglie il Frignano tra le terre raccontate nel suo film-documentario "Un viaggio di cento anni" per Expo 2015. Il regista bolognese racconta la tradizione del pane di Pavullo facendo un salto indietro nel tempo di un secolo

Il Pane di Pavullo sarà protagonista dell'Expo di Milano grazie al celebre regista Pupi Avati. Infatti la specialità pavullese è stata scelta dal grande cineasta bolognese come simbolo dell'alimentazione degli anni della Grande Guerra nel mediometraggio “Un Viaggio di Cento Anni” . Il Frignano è uno dei protagonisti del mediometraggio realizzato dal grande regista Pupi Avati per le Ferrovie dello Stato in occasione dell'Expo di Milano.

AVATI SCEGLIE IL FRIGNANO. Avati, a sorpresa, ha contattato l'Amministrazione comunale mettendola a conoscenza del progetto e ha ricevuto un'immediata risposta positiva tramite la vicesindaco e assessore alla cultura Morena Minelli. Il film che sarà proiettato all'Expo e trasmesso dalla Rai, narra la storia di un convoglio ferroviario che parte nel maggio del 1915 per arrivare a destinazione nel maggio del 2015 all'Expo di Milano, dopo un secolo di viaggio. Ogni vagone porta con sé una porzione della storia del nostro paese e l'ultimo, il primo nella narrazione, si ferma alla stazione di Pavullo per far salire i ragazzi destinati a combattere sul fronte della Grande Guerra. Due di questi ragazzi pavullesi si chiamano Vigetti e sono fratelli.

NEL SUO DOCUMENTARIO I RICORDI DI GIOVENTU'. Il regista, nello scegliere proprio il pane pavullese come simbolo dell'alimentazione di quegli anni, ha scavato nei propri ricordi, richiamando alla memoria gli anni '50 del secolo scorso, quando il Panificio Verichese, gestito da tre generazioni dalla famiglia Piccioli, iniziò a portare il pane a Bologna, entrando così a far parte dell'infanzia del regista, che lo ha conservato fra i ricordi legati alla sua famiglia. Ma il pane di Pavullo è tutto di ottima qualità, prodotto da forni che in alcuni casi hanno oltre 100 anni di vita, e ha ricevuto qualche anno fa una menzione speciale dal settimanale de Il Corriere della Sera “Sette”, che lo annoverava fra i migliori d'Italia. 

TORNARE AD IMPASTARE IL PANE. “Quello che nessuno si aspettava – racconta Morena Minelli – è che ci è stato chiesto di partecipare attivamente alle riprese. Così io, Simona Borelli, Sarah Brambilla e Susy Morini, abbiamo indossato costumi d'epoca, e abbiamo impastato il pane. È stata un'esperienza indimenticabile e nella troupe di Avati abbiamo trovato tanta professionalità e altrettanta umanità. Un grazie particolare va al caseificio del Frignano di Casa Venturelli, ai Sapori del Borgo Antico  e a Fuoco e Grano di Montese, che hanno fatto dono dei loro prodotti. Al regista e alla troupe abbiamo consegnato la strenna della Pro Loco di Pavullo e l'ultimo libro di Andrea Pini”.  

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