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Cronaca Mirandola

Mirandola: fatture false, scoperta frode fiscale da 11 milioni di euro

Un uomo residente nella Bassa Modenese aveva costituito un'impresa "cartiera" che, pur non disponendo di alcuna struttura, emetteva a richiesta dei "clienti" fatture fingendo la fornitura di merci o servizi nei più disparati settori merceologici

Aveva costituito una vera e propria impresa "cartiera" specializzata nel fornire ai potenziali clienti false fatturazioni per prestazioni di servizio o cessioni di beni mai avvenute da utilizzare per giustificare i costi in contabilità e nelle dichirazioni fiscali con il fine di abbattere le imposte sui redditi e l'iva. Per tale ragione, la tenenza mirandolese della guardia di finanza ha denunciato all'Autorità Giudiziaria un soggetto residente nella Bassa Modenese impegnato a emettere fatture false consentendo oltre 40 imprese operanti in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Trentino di contabilizzare costi fittizi per quasi 11 milioni di euro.

La ditta cartiera, pur non disponendo di alcuna struttura, di magazzini, di personale o di attrezzature, emetteva, a richiesta dei "clienti", fatture per importi anche di centinaia di migliaia di euro fingendo la fornitura di merci o servizi nei più disparati settori merceologici, quali ad esempio rottami ferrosi, semilavorati plastici, materiale di carpenteria metallica, servizi di pulizia e manodopera edile. Al fine di conferire ulteriore credibilità alle fatture emesse e quindi ai rapporti commerciali fittizi, i clienti provvedevano anche al regolare pagamento delle stesse fatture mediante l’emissione di assegni  bancari o attraverso bonifici bancari.

Una volta accreditati gli importi, il soggetto emettitore delle false fatturazioni provvedeva al prelevamento del controvalore in contanti per la successiva restituzione ai clienti, al netto del compenso concordato per il “servizio”, solitamente pari all’importo dell’iva indicata nella fattura. Le imprese utilizzatrici coinvolte sono state oggetto di segnalazione ai vari comandi competenti sul territorio, i quali stanno già procedendo al recupero a tassazione degli importi dei costi fittizi indebitamente dedotti. Il soggetto denunciato dalle fiamme gialle e gli utilizzatori (circa 44) dei suoi servigi rischiano la pena della reclusione da 1 anno e 6 mesi a sei anni.

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