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Casalesi: evaso dai domiciliari, latitante arrestato a Modena

Antonio Corvino, 33anni, era scappato settimane fa della sua abitazione nel casertano, dove doveva scontare gli arresti per estorsione aggravata. Scoperto dalla Squadra Mobile in un container a San Possidonio insieme alla compagna

Il 19 aprile di un anno fa un'operazione dei Carabinieri aveva permesso di giungere all'arresto di 8 persone affiliate al clan casalese del noto “Sandokan”, il boss Francesco Schiavone. Tra di loro vi era anche Antonio Corvino, classe 1980, spedito agli arresti domiciliari dopo una condanna per estorsione aggravata. Ma Corvino, qualche settimana fa, aveva fatto perdere le sue tracce, fuggendo dalla sua residenza di Casal di Principe dove era confinato. 

La Squadra Mobile di Modena, coadiuvata da uomini della Questura di Caserta, è riuscita a rintracciare il latitante campano, che secondo il più classico dei copioni, era tornato sui luoghi del delitto. Corvino infatti viveva e operava nella provincia di Modena, dividendosi con alcuni “colleghi” tra la Bassa e il distretto ceramico. La Polizia è riuscita ad individuarlo ieri sera a San Possidonio, in una struttura adiacente ad un container approntato dopo il terremoto dalla sua compagna. Qui gli agenti hanno fatto irruzione, sorprendendo il latitante che avrebbe dichiarato: "Meno male che ho capito chi eravate, perché se avessi avuto una pistola avrei reagito".​ Corvino era intento a raccogliere i propri oggetti personali in una borsa, segnale che un suo spostamento sarebbe stato imminente.

Nel passato di Antonio Corvino, soprannominato “o malese”, vi sono precedenti per estorsione, ricettazione, porto di armi improprie, truffa e rapina con metodi mafiosi, appurati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, grazie alla denuncia di un imprenditore sassolese. Dopo l'arresto avvenuto ieri, proseguono le indagini per capire se il ritorno in terra modenese di Corvino fosse il preludio alla ricostruzione del gruppo che operava per conto dei casalesi.

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