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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Via Gherarda, 4

Il Guercino e il ladro della porta accanto

Il furto della "Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio taumaturgo" sarebbe talmente banale da risultare surreale. A Modena sebra non resti che da ringraziare la Polizia marocchina

Le notizie dal Marocco sono arrivate con il contagocce e senza possibilità di verifica. La magistratura modenese ha sempre mantenuto un rigoroso riserbo per non inquinare le indagini. Le forze dell'ordine sono state fedeli alla linea, senza rivelare mai più del dovuto. Quindi, alla luce di tutto questo, il condizionale sulla vicenda che ha portato all'arresto degli autori del furto del Guercino dalla chiesa di San Vincenzo è più che mai d'obbligo.

Ciò nonostante, l'arresto di questa mattina a carico del 34enne marocchino Tahir Mustapha, sospettato di essere il ricettatore e lo spedizioniere della tela rubata, apre uno scenario piuttosto surreale.

Chi vedeva dietro al furto dell'opera d'arte una banda di criminali professionisti da pellicola hollywoodiana, deve ricredersi e fronteggiare una realtà piuttosto sconcertante. Il quadro sarebbe infatti stato rubato da chi abitava a due rampe di scale dalla porta di accesso ai locali della chiesa. Nell'edificio di via Gherarda 4 dove viveva fino a stamattina Tahir Mustapha, infatti, dall'androne del palazzo si può accedere attraverso una vecchia porta di legno ai locali che si trovano dietro alla canonica di San Vicenzo.

Una banalità, a quanto pare. Al ladro e ai suoi complici sarebbe bastato uscire sul pianerottolo di casa, scendere due piani, forzare una sgangherata porta di legno ed entrare nel luogo di culto. Poi a ritroso: risalire in casa e nascondere la tela nell'appartamento, a pochi metri dalla sua collocazione originaria. Dopo un periodo ancora non quantificabile, il dipinto sarebbe poi partito verso il Marocco, avvolto in un tappeto.

Tutto questo senza che la créme dei reparti investigativi riuscisse a ricostruire questa dinamica. Qualche traccia ovviamente era emersa, tante piste percorse, qualche indizio reali raccolto nel tragitto, ma tutto senza che le autorità italiane individuassero un malvivente che abitava con la famiglia a pochi passi, anzi, a pochi gradini, dal luogo del delitto.

Senza nulla togliere alla professionalità dimostrata dagli inquirenti in tante altre indagini analoghe, questa volta pare proprio che Modena non possa far altro che ringraziare in modo schietto e sincero la competenza della Polizia marocchina che a Casablanca ha incastrato i criminali, permettendo di risalire al basista dell'operazione. 

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