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Modena³, Veronesi: "Pighi ha querelato su un sentito dire"

La difesa del giornalista querelato dal Sindaco: "Qualcuno gli ha riferito male un refuso contenuto nel documentario poi subito corretto". Scomparso il dvd della prima al Teatro Tempio

"Alla prima del 9 ottobre scorso Pighi era assente, quindi qualcuno gli ha riferito in modo errato un refuso contenuto nel documentario". Così Gabriele Veronesi, il giornalista documentarista querelato nei giorni scorsi a titolo personale dal Sindaco di Modena Giorgio Pighi per un passaggio ritenuto "diffamatorio" nella pellicola Modena³. "Pighi ha fatto querela su un sentito dire", ha aggiunto il giornalista. Stando a quanto raccontato dallo stesso Veronesi e dai suoi legali, gli avvocati Mario Marchiò e Gianluca Scalera, il passaggio incriminato è stato il risultato di un errore di ricostruzione da parte dello stesso giornalista che, tra l'altro, resosi conto dell'inesattezza pronunciata, il giorno successivo alla prima ha provveduto a rimuovere il segmento.

SCAMBIO DI PERSONA? NO, COOPERATIVA - Per un refuso, riportato da una telefonata effettuata da un soggetto non meglio precisato allo stesso Veronesi, nel documentario proiettato al "Teatro Tempio" si è verificato a tutti gli effetti uno "scambio di cooperative". Nel passaggio incriminato, Veronesi ha lasciato intendere che Pighi, all'epoca di Tangentopoli, avesse difeso in un processo per corruzione la cooperativa Cmb. Ma l'errore, molto più sottile, è il seguente: nel video veniva spiegato come Pighi avesse assistito William Braga (vero), e che quest'ultimo fosse il presidente della Cmb (falso). Braga, invece, era presidente della Cooperativa muratori di Mirandola, anch'essa coinvolta in un processo, e difesa (questa sì) da Pighi. "Qui - ha chiarito Veronesi - non si tratta di falsità senza fondamento come detto da Pighi, ma di un errore di ricostruzione che, il giorno dopo la proiezione, ho provveduto a rimuovere".

SMENTITE INCROCIATE - "Contestualmente alle smentite da parte di Cmb Carpi e del Sindaco giunte l'11 ottobre - ha aggiunto Veronesi - mi sono limitato a riferire mezzo stampa che Braga, nelle vicende sopra riportate, aveva quale difensore di fiducia Giorgio Pighi". Per Veronesi, la smentita fatta dal presidente Cmb Carlo Zini è vera solo in parte: "Sì, è vero che il legale rappresentante della cooperativa all'epoca, Cesare Rinaldi, venne assolto con formula piena su richiesta del pool, ma è altrettanto vero che altri manager della Cmb chiesero e ottennero il patteggiamento della pena (caso delle metropolitane milanesi)". In conclusione, vero che Pighi ha difeso la Coop Muratori e non la Cmb e "questo - come ha detto l'avv. Marchiò - non ci sembra un fatto offensivo. Non sono stati fatti commenti dietrologici o insinuazioni di alcun tipo, ma si trattava di un riferimento alle cooperative il cui intervento massiccio in sede di edilizia modenese era il tema principale del film".

MISTERO SMARRIMENTO - "La vicenda ha assunto toni molto inquietanti - ha sottolineato l'avvocato Marchiò - Abbiamo paura che la denuncia nasca dal nulla. Siamo convinti - ha concluso il legale - che la cosa sfumerà, gli estremi del reato secondo me non ci sono". Giorgio Pighi ha presentato denuncia al Tribunale di Mantova e ha chiesto il sequestro del "file informatico" proiettato al Teatro Tempio: ma, misteriosamente, questo filmato è scomparso. "Nel marasma generale della prima - ha spiegato il giornalista - fra la distribuzione di volantini e altro materiale per la promozione del documentario, è andato smarrito il dvd utilizzato per la proiezione. A nostra disposizione, c'è il brogliaccio (il testo enunciato dal narratore durante il documentario)". Veronesi non vuole certo passare per uno che occulta le prove: "Chiaramente la cosa va anche a mio svantaggio, ho un elemento in meno a mia difesa".

PRESIDIO DI SOLIDARIETA' - Alla conferenza stampa organizzata stamane da Veronesi e dai suoi legali, hanno preso parte amici del giornalista ed esponenti dell'Idv e del Movimento 5 Stelle, in testa Gabriele Grotti, promotore dell'iniziativa di solidarietà sul web "Siamo tutti Gabriele Veronesi". Lo stesso giornalista si è detto rincuorato per questa mobilitazione: "Ho visto cosa sta succedendo su Facebook e la cosa mi ha fatto piacere - ha riferito Veronesi - Questa solidarità la rigiro ai giornalisti, soprattutto precari, che costantemente si ritrovano in queste situazioni non ricevendo questo clamore e questa visibilità". Ad oggi, Veronesi non ha ricevuto sostegno e solidarietà da alcun organo di rappresentanza dei giornalisti.

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