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Galleria Estense ancora chiusa "per terremoto": la denuncia dei sindacati

"Il patrimonio culturale del nostro Paese è in stato di abbandono e non può contribuire a rilanciare l'economia, attirare turisti e creare posti di lavoro". Lo denunciano i sindacati Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Flp, Unsa, Ugl-Intesa

Il patrimonio culturale del nostro Paese è in stato di abbandono e non può, pertanto, contribuire a rilanciare l’economia, attirare turisti e creare posti di lavoro. Lo denunciano i sindacati Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Flp, Unsa, Ugl-Intesa, che hanno terminato oggi – venerdì 28 giugno - la mobilitazione di tutti i siti culturali (archivi, biblioteche, musei e siti archeologici) per sollecitare la riorganizzazione di un settore che dà lavoro in tutta Italia a 20 mila persone (un centinaio a Modena). «Il problema riguarda anche la nostra provincia – affermano i sindacati - Siti di grande interesse come la Galleria Estense, il Palazzo Ducale di Sassuolo e il Lapidario Estense, oltre alle carenze strutturali, soffrono ancora per le conseguenze del sisma 2012. Infatti sono tuttora chiuse la Galleria e la Biblioteca Estense, con conseguente riflesso negativo per l'offerta culturale modenese. Inoltre – continuano le organizzazioni sindacali - a causa dei crolli nelle chiese del cratere, molte opere di particolare interesse sono state ricoverate nel centro di raccolta allestito al Palazzo Ducale di Sassuolo. Il loro recupero è avvenuto grazie al lavoro discreto dei dipendenti del ministero dei Beni culturali, che sono i primi a tutelare il patrimonio artistico del nostro Paese».

Per Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Flp, Unsa, Ugl-Intesa la scarsa attenzione degli ultimi governi e l’assenza di scelte coraggiose hanno creato la paralisi del settore, rimasto senza investimento adeguati sulla promozione e fruizione del patrimonio culturale. I continui tagli alle spese rendono difficili le fondamentali attività svolte dal personale del Ministero Beni culturali, quali il controllo e la vigilanza sul territorio, la catalagozione, conservazione, ricerca e apertura al pubblico dei siti culturali, soprattutto nei giorni festivi. «Gli istituti ministeriali lamentano carenze d’organico, mentre continuano le esternalizzazioni dei servizi, le consulenze esterne e il mantenimento di uffici dirigenziali che, oltre a pesare sul bilancio dello Stato, non hanno prodotto alcun miglioramento nell’efficienza della pubblica amministrazione. Inoltre – proseguono i sindacati – sono stati apportati tagli al salario accessorio che, peraltro, viene corrisposto in modo discontinuo. Per non parlare del rinnovo contrattuale, fermo al 2010». Con questa mobilitazione, che coinvolge anche i grandi patrimoni librari e documentali, Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Flp, Unsa, Ugl-Intesa sollecitano un cambio di rotta nella tutela e valorizzazione dei beni culturali che, oltre a rappresentare la nostra identità nazionale, costituiscono un volano straordinario per la ripresa dell’economia nazionale.

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