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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Cronaca

Adozioni, dramma familiare sfocia in una condanna per maltrattamenti

I genitori adottivi di due bambine straniere, condannati a tre anni di carcere, negano ogni accusa: la difesa dichiara che farà ricorso in appello

Una condanna a tre anni di carcere come epilogo di una storia intrisa di dolore. La sentenza di primo grado è arrivata ieri, dal Tribunale di Modena, e contro di essa la difesa dichiara che ricorrerà in appello.

Un'adozione difficile

E' il 2016 e una coppia residente in provincia di Modena adotta due bambine, di 9 e 10 anni, dall'Europa dell'Est. Le sorelle vengono da una situazione familiare compromessa che vede da un lato l'affido in tenera età a due anziani da loro chiamati "nonni", e dall'altro un contatto mai interrotto con i genitori biologici.

L'ingresso in famiglia è tutt'altro che semplice. Le bambine, complice la loro età, faticano comprensibilmente ad accettare il nuovo assetto, e i genitori se ne dispiacciono.

La situazione rimane in bilico per anni, ma durante il lockdown le cose cambiano. La pandemia costringe la famiglia in appartamento, e il precario equilibrio raggiunto crolla definitivamente. L'Avvocato Alessio Anceschi, difensore della coppia, racconta di un'escalation di angherie rivolte dalle ragazzine ai genitori, che vanno "dalla distruzione di un intero servizio di bicchieri", al "ferro da stiro lasciato volutamente cadere per scheggiare il pavimento", passando per lo "strattonare il cane fino a farlo sanguinare" e il "ridere del ricovero del padre adottivo". 

I genitori si sentono continuamente sfidati, e talvolta in pericolo.

I maltrattamenti e i servizi sociali

Sarebbero stati proprio questi atteggiamenti provocatori ad innescare quelle che la difesa chiama "punizioni" e l'accusa "maltrattamenti". 

Dalla prima alla seconda tesi, le sculacciate si trasformano in botte, i "dieci minuti chiuse nella loro camera" diventano mezze giornate segregate in uno sgabuzzino: tutto viene enormemente ingigantito o vilmente sminuito, a seconda della campana che si ascolta. 

Ad ogni modo, la situazione diventa insostenibile e la madre chiede aiuto ai servizi sociali. Per due mesi si reca a giorni alterni nella loro sede, aspettandosi di ricevere un supporto psicologico che - a detta della difesa - non arriva mai. Dopo settimane di insistenza, viene assegnato alla famiglia un assistente sociale. L'Avv. Anceschi racconta che a questa comunicazione è seguito un crollo nervoso della madre, che è stata soccorsa dall'ambulanza e portata in ospedale. 

Con un "senso di repulsione nei confronti dei servizi sociali" ed in preda all'esasperazione, i genitori lasciano le bambine in comunità.

La comunità e il processo

E' agosto 2020 e le bambine, che hanno compiuto 13 e 14 anni, subiscono un secondo abbandono. Il pentimento dei genitori è repentino, ma imperdonabilmente tardivo. Ormai è già intervenuto un provvedimento del Tribunale di Minori: le ragazze sono state affidate ad una comunità. Neanche l'assistenza legale richiesta per l'istanza cambia le carte in tavola. 

Nonostante il divieto, i genitori adottivi ricevono diverse chiamate dalle figlie mentre sono in comunità, e se ne compiacciono.

Ma due mesi dopo, ad ottobre, è proprio dalla comunità che si levano pesanti accuse. Le giovani raccontano di essere state maltrattate dai genitori adottivi. Descrivono di essere state picchiate e costrette in casa, e scatta la denuncia.

Al processo, i genitori, che si sono sempre detti innocenti, hanno addossato tutte le colpe alla coppia di anziani affidatari da cui le bambine vivevano prima di arrivare in Italia. Secondo loro, i maltrattamenti descritti dalle loro figlie sarebbero memorie di violenze subite ancor prima di conoscerli: era la "nonna" che le segregava, era il "nonno" che le picchiava. 

L'accusa, sorda alla tesi difensiva, aveva chiesto per la coppia modenese 4 anni di reclusione, con l'accusa di maltrattamenti in famiglia.

La sentenza è arrivata nella mattinata di ieri, e il giudice si è espresso accogliendo la tesi proposta dall'impianto accusatorio, condannando i genitori a 3 anni di carcere. La difesa, nell'attesa delle motivazioni, dichiara che farà ricorso in appello.

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