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Cronaca Piazza Grande

"Ecco perché ho scelto di dedicare un anno al Servizio Civile"

Venti ragazzi in servizi e strutture del Comune di Modena assieme a disabili, anziani e giovani "per vivere un'esperienza formativa e fare qualcosa per gli altri"

“Ho scelto il servizio civile per vivere un’esperienza utile alla mia crescita personale e per fare qualcosa per gli altri”. Questa, soprattutto, la leva che muove Paola, Elisa, Chiara, Silvia, Alessia, Eugenio, Fabio, Thomas… Venti giovani, in tutto, che dal 3 febbraio prestano servizio civile nei progetti del Comune di Modena: 13 impegnati con anziani e disabili, altri 7 nel promuovere la partecipazione dei giovani alla vita sociale e culturale della città.

Hanno tra i 19 e i 27 anni e sono tutti diplomati o laureati, alcuni frequentano l’università o stanno per conseguire la laurea, come Irene che viene dal Camerum per studiare infermieristica, Meriem originaria del Marocco o Valentina, Maria Concetta e Antonella che per Modena hanno lasciato il sud Italia. Per almeno la metà di loro è stata decisiva l’opzione pacifista, oltre all’intenzione di fare un’esperienza per “chiarirmi le idee e orientare meglio il mio futuro”, dicono alcuni, ma non manca chi è convinto che il servizio civile possa anche aiutare “a entrare nel mondo del lavoro” e chi non sottovaluta la possibilità di “avere un reddito”. Il servizio prevede infatti un rimborso mensile da 288 a 433 euro a seconda dell’impegno settimanale che può variare da 20 a 30 ore di attività. “Inoltre, affinché i ragazzi possano far fruttare al meglio l’esperienza che faranno – precisa l’assessore comunale alla Cooperazione internazionale Fabio Poggi – stiamo lavorando con ForMo perché siano riconosciute le competenze acquisite durante l'anno di servizio civile negli specifici ambiti operativi”.

“In queste prime settimane – spiega la tutor Maria Elena Rossi - i venti volontari sono impegnati anche in aula per le ore di formazione generale che approfondiscono significato e contesto del servizio civile. Parallelamente hanno iniziato la formazione specifica, che deve essere minimo di 65 ore e si svolge in gruppo e individualmente nelle sedi di servizio con referenti e operatori delle strutture alternando formazione e servizio vero e proprio”.

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