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Cronaca Caduti in Guerra / Corso Canalgrande

Guercino, un anno dopo. Indagini senza sosta: “Lo ritroveremo”

Ad un anno dal "furto del secolo" nella chiesa di San Vincenzo a Modena, i Carabinieri del Nucleo di tutela del Patrimonio fanno il punto sull'indagine. Setacciati tutti gli ambienti dell'arte e dell'antiquariato in provincia, ma l'opera dovrebbe trovarsi in Europa, forse già accasata dal committente del furto

Era il 13 agosto dell'anno scorso quando la notizia del furto di un capolavoro del Guercino dalla chiesa di San Vincenzo, in Corso Canalgrande, rimbalzava su tutti i media locali e nazionali. Un colpo sensazionale che per un certo periodo ha fatto parlare di sé tutti i modenesi, per lo più ignari dell'esistenza della preziosa tela fino a quel momento, per poi tornare nel dimenticatoio di fronte all'assenza di successi immediati nelle indagini.

Oggi, ad ormai un anno dal furto, la Procura e i Carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio culturale hanno fatto il punto sull'avanzamento delle indagini. Una ricerca molto complessa e comprensibilmente coperta da massimo riserbo, che ha portato gli specialisti dell'Arma a procedere passo passo, escludendo man mano le diverse piste che terminavano in un binario morto.

Immediatamente dopo il furto la chiesa teatro del colpo è stata oggetto di due sopralluoghi da parte dei Ris, durante i quali sono stati raccolti tutti i possibili indizi rinvenuti, partendo ovviamente dalle impronte digitali. Finora però nessuna delle prove ha trovato riscontro concreto nel prosieguo delle ricerche. Il passo successivo è stato ovviamente quello dello studio dei filmati delle telecamere per l'individuazione di veicoli sospetti: gli inquirenti si sono così convinti che il quadro sia stato fatto uscire da via Gherarda, la laterale di Canalgrande priva di telecamere, per poi “perdersi” nei meandri del centro storico in modo da evitare i principali varchi d'accesso videosorvegliati.

Non avendo individuato elementi utili sul luogo del delitto, la ricerca è stata estesa in breve tempo a tutto l'ambiente dell'arte modenese. Antiquari, galleristi, collezionisti privati: il fiorente mercato di Modena è stato passato al setaccio per carpire indizi interessanti, che apparentemente però non hanno fornito elementi concreti, salvo individuare altri reati “occasionali” slegati dal furto in questione, da cui sono nate operazioni collaterali su altri crimini.

E' quindi chiaro che gli occhi dei Carabinieri si sono rivolti verso un orizzonte più ampio, ossia quello in cui agisce il presunto compratore della tela, che potrebbe essere al tempo stesso committente del furto. A dirigere le operazioni ci sarebbe un'organizzazione imponente, che può contare su canali sicuri per il commercio e su professionisti del malaffare di fama mondiale. L'ipotesi più accreditata è che in questo momento l'opera (Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo) si trovi in Europa, più precisamente in uno dei centri più fiorenti e importanti del mercato dell'arte, come potrebbe essere la capitale di uno dei paesi più ricchi del continente.

Il furto del Guercino ha rapidamente scalato la classifica delle priorità del Nucleo di Tutela e oggi rappresenta, sia simbolicamente che come valore economico e artistico, il caso che si trova in cima alla lista dei furti d'arte in Italia. Sebbene non vi siano ancora svolte significative nell'indagine, fra gli inquirenti regna un certo ottimismo: “Siamo fiduciosi, lo ritroveremo”, ha commentato il Comandante Ciro Imperato. Tutta Modena si augura la stessa cosa. 
 

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