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Guernica: "La politica risponda a quelli che fruiscono del centro sociale"

Gli autonomi rispondono alla conferenza stampa congiunta di fine anno tenutasi ieri: "Anche il Questore riconosce la valenza sociale e aggregativa del nostro progetto"

"Noi problema di ordine pubblico? Ma se anche il Questore stesso riconosce la nostra valenza aggregativa". Questo in sintesi il commento del centro sociale Guernica in merito a quanto emerso nella giornata di ieri in occasione della conferenza stampa congiunta di fine anno tra Questura e Prefettura: "La prima cosa che ci fa riflettere è come si continui a parlare del Guernica ponendola solo come problema di ordine pubblico e del suo possibile sgombero, a fronte della denuncia della proprietà, nonostante lo stesso Questore Giovanni Pinto riconosca la valenza sociale e aggregativa del Guernica all’interno della sua occupazione, sottolineando come lo spazio occupato non sia il problema principale di Modena".

SILENZIO - Secondo gli autonomi, la conferenza stampa di ieri mostrerebbe ancora una volta come i problemi della città vengano demandati dalla politica modenese alla forza pubblica: "Giunta e politica locale continuano nel loro silenzio rispetto al Guernica, ma prima o poi dovranno rispondere alle centinaia di persone che stanno attraversando il centro sociale, anche in questi giorni, dove abbiamo deciso di sospendere le serate per rendere i locali più accoglienti e sicuri. Soprattutto a fronte di un eventuale sgombero, la stessa politica dovrà rispondere e fare i conti con quella solidarietà, aggregazione e progetti che si sono creati intorno al Guernica".

ALLACCIAMENTO - Il centro sociale Guernica conclude rifilando l'ennesima stoccata all'amministrazione: "Leggiamo sui giornali di come nel resto d’Italia le giunte Pd riconoscano ed assegnino spazi ai centri sociali come a Genova e a Bologna: proprio in quest’ultima città si vede il tentativo, ma anche già soluzioni, per l’assegnazione dei posti occupati, ma soprattutto e, ne è un caso una delle ultime occupazioni nella città felsinea, dove al posto occupato viene assegnata la luce da Hera, la stessa Hera che nega la luce al Guernica".

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