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Cronaca

Si possono imparare le lingue cucinando? UniMoRe c'è riuscita

5 università europee hanno creato un programma che permette di imparare 7 lingue straniere cucinando. L'Università di Modena e Reggio Emilia è l'unica università italiana ad aver partecipato e già si vedono i risultati positivi

Dietro la realizzazione della cucina intelligente in grado di insegnare le lingue straniere c’è anche il contributo di un gruppo di ricercatori dell’Università degli studi di Modena e  Reggio Emilia. Guidati dal prof. Gabriele Pallotti hanno concorso, unici italiani, al progetto europeo LanCook - European Digital Kitchen, un innovativo prototipo che aiuta nell’apprendimento delle lingue straniere. A breve si svolgerà la presentazione finale del progetto, con una dimostrazione del prototipo in una esibizione di cucina multilingue tecnologicamente mediata.

IL PROGETTO LANCOOK. LanCook, questo il nome abbreviato del progetto, finanziato nell’ambito del programma europeo life long learning programme, propone un nuovo ed originale metodo di apprendimento delle lingue nel quale lo studente, cimentandosi nella preparazione di ricette tradizionali, ascolta e dialoga con la cucina e i suoi utensili, mettendosi alla prova non solo ai fornelli, ma soprattutto nell’uso della lingua, in un contesto “reale”, contestualizzato.  Durante i tre anni di studio, i cinque team di ricerca europei coinvolti, fra cui, per l’Italia ( prof. Gabriele Pallotti, docente di Didattica delle Lingue moderne, con la dott. ssa Natacha Niemants, del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell'UniMoRe), hanno messo a punto un prototipo che si compone di un tablet corredato di un programma che carica le ricette nelle sette versioni linguistiche (inglese, francese, italiano, spagnolo, catalano, tedesco, finlandese) e di sensori di movimento applicati agli utensili, che sono in grado di guidare lo studente nella preparazione di una ricetta “in lingua”. 

Il progetto LanCook – ha spiegato il prof. Gabriele Pallotti è guidato da colleghi dell’Università di Newcastle e nasce da un originario progetto di ricerca di domotica dove l’interazione fra l’uomo e la macchina doveva servire a persone con forme lievi di disabilità che, ancora autosufficienti, necessitavano di una casa  intelligente in grado di guidarli nelle faccende quotidiane. Da questo progetto iniziale, puramente tecnicoinformatico, i ricercatori hanno pensato ad una applicazione più estesa di tipo linguistico dedicata a sperimentare nuovi metodi di insegnamento delle lingue straniere. Lancook risulta innovativo perché supera il modello già noto di lezione interattiva con l’uso di uno schermo digitale e pulsanti da schiacciare, ma punta a proporre una dinamica di  interazione fra l’Uomo e la Macchina il più possibilmente simile a quella umana, in cui la macchina riesce a ‘capire’ le azioni compiute, e che è perciò alla base di una forma di apprendimento delle lingue straniere più veloce ed efficace.”

“Nei tre anni del progetto – ha spiegato la dott. ssa Natacha  Niemants - abbiamo realizzato la versione italiana e, grazie ai tecnici dell’Università di Newcastle, abbiamo  progressivamente affinata e migliorata la capacità di dialogo fra la macchina e l’uomo. Per fare ciò sono stati coinvolti studenti che hanno sperimentato l’uso della cucina e ci hanno aiutati a realizzare un prototipo che crediamo di poter commercializzare. Al momento, come gruppo di ricerca UNIMORE, siamo impegnati a  studiare i percorsi più adatti per far passare LanCook da prototipo a prodotto vendibile su mercato.” 

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