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Cronaca Finale Emilia

Cemento depotenziato, l'inchiesta passa da Modena a Piacenza

Sarà la giustizia piacentina a proseguire il lavoro iniziato dalla Procura di Modena in merito al materiale da costruzione per alcuni edifici della Bassa. Nel mirino il suolo dell'azienda Betonrossi. Resta a Modena la vicenda delle scuole Frassoni

Ha creato scandalo e preoccupazione la cosiddetta inchiesta "Cubetto", partita da Finale Emilia dove Polizia e Procura hanno ravvisato il sospetto utilizzo di materiale di qualità inferiore alle aspettative nell'edificazione delle scuole "Frassoni". L'indagine si è poi allargata ad altri edifici a destinazione produttiva, tanto da far temere l'esistenza di un'organizzazione che avrebbe operato su vasta scala, cercando di lucrare sui materiali della ricostruzione post sisma.

Da ieri, tuttavia, non sarà più la giustizia modenese a seguire questo caso di particolare delicatezza per il territorio, bensì i colleghi della magistratura di Piacenza. E' quanto deciso dal Gip del Tribunale di Modena, che ha individuato una diversa competenza territoriale.

Il motivo di questa "migrazione" è tutto nel reato più grave fra quelli ipotizzati nell'inchiesta, ossia quello di associazione a delinquere. Al centro di questa rete i pm hanno individuato l'azienda Betonrossi di Piacenza, un colosso del settore edile che riforniva con i propri cementi i cantieri incriminati. Come da prassi, dunque, la competenza spetta al territorio dove si trova la sede legale della ditta.

Modena perde dunque un riscontro diretto e immediato circa l'indagine, che si preannuncia tutt'altro che semplice. E certamente non rapida. Restano invece in corso Canalgrande i fascicoli relativi al caso specifico delle scuole Frassoni, che diventano una costola dell'inchiesta principale.

Vale la pena ricordare che al momento le ipotesi superano di gran lunga le certezze: non si hanno evidenze del reale utilizzo di cemento depotenziato per le scuole e i capannoni, ma tutto ruota intorno alla presenza nei cantieri in questione di "cubetti" – i campioni di cemento – non conformi alle specifiche, le cui etichette sarebbero state alterate per indicare una qualità diversa da quella reale.

Soltanto nelle prossime settimane saranno resi noti i risultati dell'incidente probatorio ordinato dai pm, ovvero le analisi svolte sui campioni di calcestruzzo prelevati grazie ai carotaggi nelle fondamenta degli edifici. Un passo fondamentale, che tuttavia sarà solo il primo di una lunga vicenda giudiziaria.
 

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