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Cronaca Carpi / Via Gabriele Falloppia

Incidente e ricovero, scoppia il caos al Pronto Soccorso "invaso" dai parenti

Tre ragazzi sono finiti in ospedale dopo uno scontro fra auto in via Nuova Ponente a Carpi. Carabinieri e Polizia sono dovuti intervenire anche al "Ramazzini" per calmare le famiglie che hanno minacciato e aggredito verbalmente il personale

Ieri sera intorno alle ore 21 due auto si sono scontrate frontalmente in via Nuova Ponente a Carpi, nei pressi dell'incrocio con via Brunete e non distante dalla Tangenziale Losi. Un impatto violento a seguito del quale sono rimasti feriti complessivamente quattro giovani, tre ragazzi e una ragazza. Sul posto sono accorsi i sanitari del 118, Carabinieri e Polizia Locale.

Pare che i due mezzi viaggiassero in direzione opposta e saranno gli accertamenti dell'Infortunistica a stabilire dinamica ed eventuali responsabilità dei conducenti. Fortunatamente, nessuno de viaggiatori coinvolti ha riportato lesioni particolarmente gravi.

Più grave è stato invece quanto accaduto di lì a poco presso il Pronto Soccorso dell'ospedale carpigiano, dove nel frattempo erano stati portati i feriti. Un nutrito gruppo di persone – circa una trentina tra famigliari e accompagnatori della ferita, di origine nomade –  hanno fatto irruzione al PS del Ramazzini proferendo minacce e insulti all’indirizzo dei sanitari presenti, ostacolando l’attività dei professionisti e creando difficoltà nell’assistenza dei cittadini presenti in sala d’attesa e negli ambulatori. Qualche utente se ne è anche andato, rinunciando all'attesa.

Nel corso dell’episodio fortunatamente non si sono verificate aggressioni fisiche (né danni alla struttura), ma l’Azienda Usl  ha immediatamente avviato l'iter per la segnalazione dell'intera dinamica dell’episodio alle forze dell’ordine per i seguiti di competenza, riportando le aggressioni subite dagli operatori e l’interruzione di pubblico servizio. Pare che alla base della protesta dei famigliari vi fosse la richiesta di precedenza per l'intervento della figlia, accompagnata al autonomamente Ramazzini in auto e non in ambulanza. La giovane ferita era infatti stata prelevata dai famigliari sul luogo dell'incidente, dove si erano già avuto le prime tensioni.

In merito all’episodio l’Azienda sanitaria di Modena esprime "ferma condanna per le aggressioni verbali subite dagli operatori, a cui va la più sentita vicinanza della Direzione aziendale e dell’Assessorato regionale alle Politiche per la Salute per la situazione di difficoltà vissuta nella serata di ieri" e spiega che "i professionisti presenti hanno saputo gestire la complessità della situazione con grande competenza e fermezza, con il supporto determinante delle forze dell’ordine intervenute, garantendo l'assistenza a tutti i pazienti presenti in quel momento".

Condanna arriva anche da parte del sindaco di Carpi Alberto Bellelli: "È ora di dire basta alle ripetute aggressioni verso gli operatori del nostro Pronto soccorso, ai quali voglio esprime la solidarietà dell’intera città. Queste aggressioni non devono trovare nessuna giustificazione, chiedo inoltre che i protagonisti di questo fatto grave siano identificati e chiamati a rispondere delle loro azioni di fronte alla Legge. Nei prossimi giorni mi recherò al Pronto soccorso per esprimere personalmente la vicinanza della città".

Anche l'Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Modena ha espresso solidarietà al medico e agli altri operatori sanitari:"Chi aggredisce un medico aggredisce se stesso - ricorda il presidente dell'Ordine Carlo Curatola - Abbiamo bisogno della collaborazione e comprensione delle persone che curiamo, altrimenti il nostro lavoro diventa sempre più complicato". Curatola ribadisce poi la necessità di adeguare le risorse umane nella sanità, in particolare nei Pronto soccorso degli ospedali, dove si assiste a un fuggi e fuggi che ha assunto ormai dimensioni drammatiche. "I nostri colleghi non sono soltanto stressati e sottopagati, ma adesso anche spaventati e sfiduciati. Per questo ci rivolgiamo alle istituzioni e alla politica: fate qualcosa e fatelo subito, perché questa situazione - conclude il presidente dell'Ordine - sta mettendo a rischio il diritto alla salute dei cittadini»

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