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Cronaca

Incontri a Buk Modena tra scrittori, cantanti e discografici

Come ogni anno appassionati di libri, scrittori, musicisti, artisti e personaggi di ogni dove scelgono Buk come un luogo dove immergersi nel piacere della lettura, ma anche dove fare nuovi incontri. Ecco le 4 personalità che ho scelto di intervistare per voi

E' tornato a Modena Buk, il festival della piccola e media editoria, con la sua 9° edizione. Come ogni anno appassionati di libri, scrittori, musicisti, artisti e personaggi di ogni dove scelgono Buk come un luogo dove immergersi nel piacere della lettura, ma senza essere per forza isolati, anzi è possibile durante questa occasione conoscere tante persone nuove. Io ne ho scelte 4 per voi che ho incontrato questa mattina a Buk: 

PAOLO ROMANI, IL DISCOGRAFICO DEGLI STADIO

Sei tornato da Sanremo vincitore, che emozioni ti ha regalato questa vittoria? Un'emozione unica, non sperata. In questo Festival è stato davvero difficile capire fino all'ultimo chi avrebbe vinto, perché la competizione era alta e perché c'è la generale osservazione del pubblico in direzione degli idoli usciti dai talent. La vittoria degli Stadio è stata una sorpresa per tutti noi, perché finalmente è stato coronato e premiato l'impegno di una band che ha lavorato anni e anni per arrivare dov'è arrivata. 

Come discografico degli Stadio, dopo questa vittoria, cosa ti aspetta? La parte più bella e più faticosa. Infatti per chi vince Sanremo c'è un onere che è in realtà anche un onore da portare avanti. Il nostro obiettivo è presidiare il mercato della musica con i brani degli Stadio e farli conoscere ancora di più. Si sta mai fermi. 

Perché hai scelto di venire a Buk? Perché io amo la piccola editoria, quella che sa ancora del piacere della lettura senza se e senza ma. Penso che lo sforzo degli organizzatori di Buk è tanto grande che come minimo bisognerebbe partecipare per dire loro che stanno andando nella direizone giusta. 

CLAUDIO VERGNANI, LO SCRITTORE MODENESE HORROR 1° SU AMAZON

Carlo, ci rivediamo dopo la nostra intervista di qualche mese fa, ora sei uscito con il tuo nuovo libro "La torre delle ombre". Cosa mi racconti di questo romanzo? Potrei raccontarti che è un romanzo avvincente, che ti conquisterà dalla sua prima pagina e cerca di arricchire questa nicchia di letteratura di cui mi occupo da tempo, cioè quella tra l'horror e il fantascientifico. In realtà voglio solo consigliarti di leggere anche solo le prime dieci pagine e poi dirmi cosa ne pensi.

Come sta andando il tuo genere misto horror e fantascientifico in Italia? Molto spesso vedo tante case editrici che puntano sul genere che sanno farà fare soldi, pubblicando storie che sembrano più o meno quelle già scritte, ma con qualche nome cambiato e il titolo diverso. Ci vuole impegno e pazienza per portare avanti un genere che non è ancora radicato in Italia, ma penso che in futuro, una volta messi da parte questi libri copia-incolla, romanzi come i miei saranno rivalutati. 

Perché hai scelto Buk? Sicuramente perché è un festival che nasce e che vive nella mia città. Non solo però, infatti credo che sia un'occasione per mostrare al pubblico titoli che normalmente non vedrebbe nelle classifiche italiane. Qui si possono incontrare gli autori e gli editori, e scambiarsi due parole come abbiamo fatto noi. 

MANU LJ, VIVERE DI MUSICA OGGI 

Manu LJ, sei venuta a Buk per parlare di Musica seppur non si tratti di libri. Perché? Perché non vedo la differenza tra la musica e i libri, entrambi vengono pubblicati, entrambi sono motivo di discussione ed entrambi danno grande soddisfazione. Penso che oggi la discografia, così come l'editoria, devono trovare strade nuove e sapersi rinnovare. 

Come dovrebbe rinnovarsi oggi una casa discografica? Puntando a distogliere l'attenzione del pubblico dai soliti media ed indirizzandoli verso contenuti nuovi. Penso che l'italianizzazione dei format americani deve essere abbandonata. Dobbiamo essere noi i creatori dei nostri format e saperci distinguere. Molti mi chiedono se è possibile oggi vivere di musica e io rispondo sempre che se seguiamo quanto ho appena detto la risposta è sì. 

ALESSANDRO BERSELLI, LO SCRITTORE DI SUCCESSO CHE AMA LA PICCOLA EDITORIA

Alessandro, sei considerato uno scrittore di successo in Italia, eppure torni a visitare i piccoli editori. Perché? Perché tutti i grandi scrittori sono passati da un piccolo editore prima di arrivare al successo. E' un iter quasi obbligatorio, se non per quei pochi fortunati che entrano dalla porta principale. Se le grandi case editrici hanno successo con i loro scrittori, è perché questi sono stati prima coltivati dai piccoli e medi editori. 

Come vedi l'Ebook nel panorama italiano? Vedo che la grande crescita dell'Ebook si è arrestata e penso che sia così perché non va considerato come un'altra cosa rispetto al libro, ma un libro ma in diverso formato. Non penso che l'Ebook avvicini più gente alla lettura. Bisogna lavorare sui contenuti. 

Cosa consiglieresti ad un giovane scrittore che vuole portare i suoi manoscritti al grande pubblico? Come detto prima è difficile partire passando dalla porta principale, bisogna invece fare piccoli passi, partendo dalle case editrici più piccole e poi solo dopo arrivando a quelle grandi. Il mio consiglio è di farsi aiutare da un'agenzia, perché le case editrici non hanno il tempo per leggere tutti i manoscritti che arrivano. 

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