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Cronaca

Indagine sull'infortunio mortale, nel cellulare di Laila foto e video dei guasti al macchinario

Due persone indagate nel procedimento penale per la morte dell'operaia. Il Procuratore garantisce un'indagine prioritaria con tempistiche rapide. Nel pomeriggio sarà conclusa l'autopsia

Sono al momento due le persone indagate nel procedimento sull'infortunio costato la vita a Laila El Harim, deceduta nel macchinario cui era addetta presso la Bombonette di Carpi. Si tratta del legale rappresentante dell'azienda di Camposanto e del responsabile della sicurezza sul lavoro. La Procura della Repubblica di Modena sta lavorando alacremente, come confermato oggi dallo stesso Procuratore Luca Masini, per gestire il procedimento nei tempi più rapidi possibili. L'obiettivo è chiaramente quello di accertare se vi siano state o meno violazioni in materia di sicurezza che possano avere un nesso causale con l'infortunio mortale.

Si tratta di rispondere a diversi questi, conferma Masini: se il macchinario funzionasse correttamente, se i sistemi di sicurezza hanno lavorato in modo corretto e se erano adeguati, se la lavoratrice fosse stata correttamente formata, se avesse rispettato l'orario di lavoro e altro ancora. Molto utili alle indagini sono stati i rilievi dei Vigili del Fuoco e del 118, i primi ad intervenire sul posto, rilievi che hanno permesso di "cristallizzare" la scena al momento della tragedia, per fornire più dettagli possibili agli inquirenti.

I primi riscontri arriveranno intanto dall'esame autoptico sul corpo della 41enne, che sarà completato nel primo pomeriggio di oggi. Sono stati nominati due periti, uno per la parte della famiglia della vittima, l'altro per gli indagati. Dalle ore 15 di oggi il corpo della donna potrà essere messo nuovamente a disposizione dei suoi cari, che organizzeranno poi le esequie.

Nel frattempo è stata confermata l'indiscrezione secondo la quale Laila avesse già lamentato il cattivo funzionamento della fustellatrice cui era addetta. L'avvocato Dario Eugeni del foro di Bologna, legale del padre della vittima, ha confermato come nel telefono cellulare siano conservati foto e video che riprendono e documentano i blocchi e i guasti che nei giorni precedenti erano accorsi al macchinario. Elementi che potrebbero essere utili alle indagini per ampliare l'analisi della macchina, posta sotto sequestro e già ampiamente ispezionata dal personale dell'Ispettorato del Lavoro.

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