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Cronaca

Baby gang, diversi giovani indagati per le scorribande in centro storico

Le forze dell'ordine hanno identificato i ragazzi protagonisti degli ultimi episodi di microcriminalità. Muzzarelli: "Aumentare educazione ma anche severitàà"

I recenti episodi di microcriminalità che hanno interessato il centro storico di Modena da parte di gruppi di giovani e giovanissimi sono al centro di un'indagine di polizia che vede già numerosi giovani identificati. Lo conferma lo stesso sindaco Gian Carlo Muzzarelli, comprensibilmente preoccupato dal fenomeno che sempre più frequentemente occupa le pagine della cronaca locale e che negli ultimi due anni ha visto aumentare episodi di risse tra studenti, danneggiamenti, vere e proprie rapine spesso ai danni do coetanei e  più in generale un atteggiamento di aggressività e intimidazione che si fa strada tra i ragazzi.

"Stiamo lavorando insieme al Comitato per la Sicurezza e l'Ordine pubblico coordinato dalla signora Prefetta e devo dire che ci sono delle indagini profonde in corso, che naturalmente devono avere il loro corso", spiega il primo cittadino, che non rivela dettagli sullo stato dell'inchiesta, ma dichiara: "Credo che ci siano tutte le condizioni per dire ai modenesi che le forze dell'ordine stanno monitorando la situazione per tenerla il più possibile sotto controllo e soprattutto per garantire quella sicurezza che noi riteniamo fondamentale".

Negli ultimi mesi hanno preoccupato in particolare due fenomeni. Il primo è quello di gruppi rivali che si sono affrontati in modo violento, anche con armi bianche, davanti alle scuole o presso l'Autostazione, crocevia delle loro giornate. Gruppi spesso riconducibili a origine etniche diverse, ma anche "allargati" in modo occasionale e comunque legati a dinamiche interne all'ambiente studentesco.

Dall'altro lato episodi ben circoscritti - e già oggetto di inchieste e denunce - che hanno riguardato specifici comportamenti riferiti a furti, rapine e danneggiamenti, localizzati in aree del centro storico frequentate dai ragazzi in particolare nei fine settimana. Vale la pena ricordare su tutti il caso del 18enne finito in cella per diversi episodi di estorsione e minacce, anche con l'uso di una pistola. Un ragazzo che aveva radunato intorno a sè alcuni "adepti e che prendeva di mira proprio i coetanei spadroneggiando nell'area di piazza Mazzini.

L'etichetta di "baby gang" è sempre stata rigettata dalle autorità modenese - nei rarissimi interventi sul tema - preferendo evidenziare la complessità di un fenomeno che non avrebbe però ancora raggiunto una strutturazione tale da far pensare all'esistenza di "bande".

Muzzarelli ha spiegato: "Sono ragazzi sia stranieri che italiani, che si trovano insieme e che purtroppo, dopo due anni di covid e per una pazzia collettiva e per altri mille motivi, si trovano a sfogare in modo improprio la loro frustrazione. Dobbiamo governare per aumentare l'educazione ma anche per aumentare la severità, perchè alla fine poi tutto conta".

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