rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Aemilia, si apre il maxi processo storico alla 'ndrangheta “nostrana”

Aula aperta alle 8.30 nei padiglioni di BolognaFiere, ma l'afflusso record di persone rallenta i lavori. Davanti al giudice 219 imputati. Presente anche il presidente Stefano Bonaccini: “Doveroso esserci, la Regione vuole essere parte civile”

Rappresentanti delle Istituzioni, associazioni e sindacati, decine di cittadini e curiosi si sono radunati prima delle 8.30 questa mattina fuori dai locali di BolognaFiere in piazza della Costituzione, dov'è prevista l'udienza preliminare del processo Aemilia contro le infiltrazioni e il radicamento della 'Ndrangheta in Emilia-Romagna e in Emilia in particolare. L'aula allestita al padiglione 19 conta una superficie di 3.200 metri quadri, puo' contenere fino a 600 posti a sedere ed è dotata di impianti speciali, tra cui quello di videoconferenza, necessari allo svolgimento dell'udienza. Tra i tanti soggetti che hanno chiesto la costituzione di parte civile contro i 219 imputati, in aula c'è anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini. E in queste ore fra l'altro, oltre a Comuni e Province, anche Legambiente ha chiesto ufficialmente la costituzione di parte civile sui capi di imputazione di rilevanza ambientale, in rappresentanza, dice l'associazione, "dell'interesse pubblico su ambiente e salute".

L'assessore regionale alla Legalità, Massimo Mezzetti, manda subito messaggi precisi fuori dall'aula bunker: "La presenza della Regione a questo processo significa ribadire che noi siamo in prima linea in questo impegno di legalità, e vorremmo essere un esempio per tutte le Istituzioni di questa regione. La lotta contro le mafie presenti e radicate nel nostro territorio è una lotta rispetto alla quale nessun amministratore- manda a dire Mezzetti- puo' e deve sottrarsi. Il tema è seguito da vent'anni e dopo il processo Aemilia, nonostante il tema sia seguito da oltre 20 anni, nessun amministratore o tecnico amministrativo puo' piu' permettersi di dire 'io non sapevo, io non immaginavo'. Da oggi chi lo dovesse dire si renderebbe complice- avanza l'assessore- di questa presenza nel nostro territorio"".

Anche Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna hanno chiesto di costituirsi parte civile su Aemilia. Scandisce il segretario regionale Cgil, Vincenzo Colla, fuori dall'aula insieme con tanti colleghi: "Dobbiamo promuovere un cambiamento profondo, perchè in Emilia-Romagna c'è la mafia. Non sappiamo che ramificazioni abbia. Certamente è positivo che ci sia il processo, è quando non si sente niente che è un problema... ma sulle relazioni e le contiguità con le mafie abbiamo bisogno ancora di scavare". Secondo Ebza Rando, legale di Libera, sentita oggi da Radio Città del Capo, l'importanza del processo sta anche e soprattutto per andare a fondo sul meccanismo delle infiltrazioni e dunque "è importante esserci".

Questo processo, riprende Colla, "darà anche a noi valutazioni su cambiamenti e fenomeni sociali per recuperare il controllo democratico del territorio, in questa regione c'è un civismo in grado di reagire". Sulle imprese che secondo la Dda hanno aperto le porte ai clan, il numero uno Cgil affonda: "è evidente che c'erano imprese che si rapportavano coi mafiosi, c'è stato un salto di qualità notevole: non piu' 'loro' direttamente, ma 'loro' in rapporto con le imprese di questo territorio. I lavoratori hanno subito minacce e forzature su stipendi e cassa integrazione. Quelle imprese purtroppo scacciano le imprese serie che pagano le tasse e per fortuna sono in maggioranza, ma non si possono lasciare spazi di questo tipo. Questo processo deve anche portare una reazione istituzionale- conclude Colla- perchè serve un nuovo e innovativo testo unico sugli appalti. Per dire mai piu'". Le mafie, ricorda Rando, "tolgono ricchezza e futuro".

(DIRE)

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Aemilia, si apre il maxi processo storico alla 'ndrangheta “nostrana”

ModenaToday è in caricamento