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Cronaca

Vi fareste giudicare da un algoritmo? Il futuro dell'Intelligenza Artificiale nei processi

Intelligenza artificiale applicata al processo penale: al Festival della Giustizia Penale un'analisi di pro e contro

Al Festival della Giustizia Penale tenutosi al Forum Monzani lo scorso fine settimana - all’ombra di Amanda Knox, una delle presenze più discusse degli ultimi anni -  diversi sono stati i “temi caldi” trattati da illustri ospiti del panorama giuridico nazionale, primo tra tutti quello dell’intelligenza artificiale applicata al rito penale. 

Ma cos’è l’intelligenza artificiale? La Commissione Europea, in una comunicazione datata 25 Aprile 2018 ne dà per la prima volta una definizione complessa: “‘Intelligenza artificiale’ (IA) indica sistemi che mostrano un comportamento intelligente analizzando il proprio ambiente e compiendo azioni, con un certo grado di autonomia, per raggiungere specifici obiettivi.

Più semplicemente, l’intelligenza artificiale è quell’entità “mistica” che fa sì che dopo aver cercato su Google “Hotel più lussuosi del mondo” durante un dibattito ‘di spessore’ tra amici con una birra in una mano e lo smartphone nell’altra, arrivi una notifica nel cuore della notte che invita ad approfittare dei “voli Bologna-Dubai a partire da 15€”. Insomma, oggi l'intelligenza artificiale non è un sogno e neppure fantascienza: se è arrivata ad occuparsene la Commissione Europea, significa che l’IA è entrata nelle vite di tutti, in maniera viscerale, tanto veloce e silenziosa che non è neppure stato possibile rendersene conto.

Per spiegare l’impatto che l’IA ha avuto in abito giudiziario, spiega Mitja Gialuz, Professore associato di Diritto processuale penale nell'Università degli Studi di Trieste, è necessario partire da lontano. Il docente parla di una “crisi della giurisdizione”, di quel giuspositivismo che vede il giudice soggetto soltanto alla legge: “torsione del 101” la chiama. “Il giudice viene strattonato da un lato perché deve creare, dall’altro quando disapplica in nome dei principi, non risponde alle aspettative democratiche. Qui si innesta il tema della tecnologia, perché sempre più spesso cresce la tentazione di delegare proprio al giudice-macchina quello che il giudice-uomo non riesce a garantire, cioè la certezza, la credibilità della decisione. L’opinione pubblica sembra rassicurata da una decisione tecnica e non più dalla soggettività, dal libero convincimento del giudice”.

Questo “CSI effect”, così rassicurante sul piano scientifico, come si traspone nell’ambito del processo penale? La risposta, paradossalmente, si trova nella domanda del GIP di Bologna Alberto Ziroldi: “Vi fareste giudicare da un algoritmo?” Giustizia giusta contro giustizia esatta, si torna sempre al punto di partenza.

Sono tanti gli aspetti che meritano di essere considerati. Innanzitutto, come sottolinea Gialuz “è evidente che il processo penale non possa rimanere impermeabile a queste tecniche, ma è necessario distinguere gli ambiti di applicazione”. La prima macroarea è quella della prevenzione, dove l’Artificial Intelligence è già ampiamente applicata. Ne abbiamo un esempio lampante proprio qui a Modena: il sistema sistema XLAW, utilizzato dalla polizia per “anticipare” il crimine.

Il secondo ambito di applicazione invece è quello probatorio, e già si varcano confini più problematici, perché sorge il problema di provare la certezza del dato. Sicurezza che va ad essere minata dalla proprietà intellettuale che sovente tutela il “codice sorgente” dell’algoritmo. Argomento questo, che contribuisce a focalizzare chi siano i veri soggetti di questa rivoluzione tecnologica, probabilmente da individuare nelle imprese che vedono terreno fertile nel campo della giustizia.

Ultimo, e più rilevante, campo di interesse dell’IA, è quello decisionale, della cosiddetta “giustizia predittiva”. “Sono sempre più sofisticati gli strumenti di analisi del precedente per arrivare a predire l’esito di una determinata decisione” continua Gialuz, che parla però di “rischi di cristallizzazione della giurisprudenza”. Il professore spiega infatti –prendendo l’esempio della Francia, in cui il dibattito sul tema è veramente caldo per la disponibilità immensa di materiale di analisi- che se le parti prospettano un’ipotesi decisoria che è stata seguita in molteplici casi, il giudice va incontro al pericolo di “appiattirsi” non sulla legge ma su quello che è stato deciso nei suddetti n casi.

Ma il rischio, come sottolinea Ziroldi, non è solo questo. “Tra le ricadute operative, prima tra tutte è il decadimento della sacralità del processo, che ora ha una sua dimensione quasi aristotelica: il processo perde le sue coordinate spaziali per diventare una realtà liquida e ubiquitaria” continua “cambia poi la grammatica decisionale” intendendo con ciò che ai rapporti causa effetto tipici della sentenza, con un’applicazione di prassi dell’Intelligenza Artificiale, si sostituirebbe una mera elaborazione matematica di dati. Pone poi un problema particolarmente rilevante, seppur spesso dimenticato: ponendosi nell’anzidetta dimensione, come potrebbero essere interpretati comportamenti, silenzi e atteggiamenti dei testimoni? L’IA può misurare, ma non valutare.

D’altra parte, il Giudice Ziroldi “non teme l’ingresso delle macchine”, e vede anche un’ampia gamma di effetti positivi. Secondo lui infatti, all’Artificial Intellicence potrebbero essere affidati i cosiddetti “small crimes”, e lo afferma citando come esempio l’art. 176 del Codice della Strada che regola il comportamento lungo le arterie autostradali.. Questo comporterebbe una notevole riduzione dei tempi di erogazione delle sentenze, spesso protratte troppo a lungo per essere crimini “a bassa discrezionalità valutativa”.

Dopo aver valutato quindi, pro e contro di questo metodo tecnologico, arriva dal moderatore la fatidica domanda: “L’intelligenza artificiale sostituirà mai il giudice?”. La risposta arriva diretta e concisa dal Giudice Ziroldi: “Non ho dubbi nel dire che non ci potrà essere una sostituzione del giudice con la macchina […] si può prospettare solamente un apporto in chiave decisionale”. 

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