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Cronaca

Itinerari Modenesi | Viaggio nei luoghi più magici dell'Appennino

L'Appennino modenese è ricco di storie, leggende e luoghi misteriosi. Vi consigliamo 4 paesi da andare a visitare con le rispettive leggende, così da mostrarvi dove sono ambientate

L'Appennino modenese è ricco di storie, leggende e luoghi misteriosi. Vi consigliamo 4 paesi da andare a visitare con le rispettive leggende, così da mostrarvi dove sono ambientate

SERRAMAZZIONI. E' una delle leggende dell'Appennino più note e più intriganti. L'ambientazione riguarda le cascate del Bucamante, che devono il loro nome alla tragisca storia del pastore Titiro e della nobile dama Odina. Lei era bellisima, giovane, bionda ed era solita fare lunghe passeggiate per i boschi in compagnia della sua domestica, e fu in una di queste camminate che incontrò il giovane pastore Titiro, anch'egli bellissimo. I due si innamorarono, per poi incontrarsi in segreto, ma un giorno la domestica invidiosa disse tutto ai genitori di Odina, che fecero rinchiudere la figlia nel castello. Odina però riuscì a scappare e raggiunse Titiro, ma non passò molto tempo che udirono le voci dei domestici in lontananza, così, capendo che il loro amore sarebbe finito, si gettarono dalle cascate del Bucamante, in un tenero abbraccio che li avrebbe uniti per l'eternità. 

MONTESE. La storia è ambientata presso il Monte Belvedere, vicino a Montese, dove gli abitanti, prima di essere sconfitti da quelli di Sestola, nascosero un tesoro nel castello e lo affidarono al diavolo. Egli pose una condizione: lo avrebbe restituito in cambio di una giovane donna incinta, che avesse il nome di una pianta. Finita la guerra, tanti tentarono di recuperare il tesoro, ma nessuno vi riuscì fino a quando gli abitanti non vennero a sapre che era arrivata a vivere a Diambri una giovane di nome Oliva, insieme al marito. Attesero che il marito fosse lontano da casa e rapirono la fanciulla per portarla tra le rovine del castello. Gli abitanti fecero lo scambio e il diavolo portò nel suo regno Oliva, ma quando erano in volo, le si aprì la camicia sul petto scoprendo lo scapolare della Madonna. Il diavolo ebbe paura e lasciò cadere la fanciulla a terra. La fanciulla cadde a terra e formò una sagoma a forma di croce nel terreno. Questa storia si collega con un fatto realmente accaduto nel 1778, quando Maria Oliva Crudeli, moglie di Paolo Lanzi, venne trovata da due pastori nel bosco, distesa prona, con addosso solo la camicia e il centurino della Madonna e con molte bruciature sul corpo. 

SESTOLA. Il lago della Ninfa è uno dei posti più magici dei nostri Appennini e lì che è stata ambientata una delle leggende montanare più note. La storia narra che anni e anni fa viveva nelle acque del lago una bellissima ninfa dai freddi occhi verdi. Cacciatori, pastori e carbonari l'amavano per la sua bellissima voce, con cui ogni giorno cantava alle montagne. Si divertiva a far innamorare quegli uomini, li lusingava con sguardi languidi e pieni di promesse, gettava verso di loro un ponte di cristallo e li invitava a raggiungerla. Quando loro pensavano di essere ormai vicini per abbracciarla, lei spezzava il ponte e loro morivano annegati. La leggenda è ambientata in un'altra leggenda, infatti questa storia sarebbe nata poiché il re dei Gorghi si innamorò di una pastorella, ma quell'amore non era ricambiato. Così il re impedì che lei potesse provare amore per altri. Un giorno si presentò un bel cacciatore e fu colpito dalla bellezza della ragazza, ma il re fece mettere in giro la voce che si trattasse di una Ninfa maligna. Lui però non li ascoltò e volle raggiungere la ragazza, e anche lei si perse nello sguardo del cacciatore innamorata. Conscia del suo destino ricreò il ponte e i due tentarono di raggiungersi, ma poco prima di riuscire ad abbracciarsi, il ponte si ruppe su maledizione del re, ed entrambi precipitarono nel lago dove affogarono. Dalla leggenda sono nate delle testimonianze, più o meno attendibili, di chi dice di sentire in nottate serene il lamento della ninfa che cerca il suo cacciatore sulla riva. Altri invece sostengono che le due nuvolette che salgono dalle acque del lago e che si cercano, sono gli spiriti dei due innamorati. 

GUIGLIA. Secondo una leggenda, presso il castello di Guiglia viveva a corte un prode cavaliere che era innamorato della figlia del castellano. Il loro amore era segreto. La ragazza venne messa in palio come premio di un torneo, così il cavaliere ne prese parte, ma il rivale lo spinse a terra conquistando il premio ambito. La fanciulla chiese al padre di annullare il torneo e di poter curare il cavaliere ferito, ma in seguito a quella scelta la ragazza scomparve misteriosamente, forse rapita dal vincitore della sfida. Il cavaliere era distrutto dal dolore e le sue condizioni tornarono ad aggravarsi, finché una notte non vide dalla sua finestra una donna che gli pareva la fanciulla amata. Senza pensarci su corse fuorid dal castello tentando di raggiungerla, ma lei si disperse nella foresta lasciando dietro di sè una scarpetta d'oro sulla riva del fiume. Il cavaliere non sappe mai che si trattava di una fata, e rimase a fissare il fiume che cambiava colore diventando color ruggine a causa della scarpetta magica. Ancora oggi, l'erba ai bordi del fiume è macchiata di un color ruggine. 

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