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Cronaca

Il Lambrusco è il vino più venduta in Italia. E' un bene o un male?

Più del Chianti, Pignoletto, Sangiovese, Trebbiano, Chardonnay, il vino più venduto in Italia nel 2015 è il Lambruso. A quale prezzo?

Pignoletto, Sangiovese, Trebbiano, Chardonnay? Assolutamente no, il vino più venduto in Italia nel 2015 è il Lambruso. Il nostro vino ha superato ogni record regionale e così ha conquistato il primo posto con 12 milioni e 771 mila litri venduti in regione. E se pensate che si tratta tipicamente di bottiglie da 0,75 litri, allora siamo davanti a circa 17 milioni di bottiglie vendute. E' questa la fotografia che è stata scattata da Iri Infoscan in una ricerca di mercato per Vinitaly, sull'anno 2015. 

Davanti a questo risultato si evince che le vendite siano cresciute, precisamente del 2,8% rispetto al 2014 e dell'1,9% se calcoliamo solo quelle Doc, Docg e Igt. A livello nazionale parliamo di 250 milioni di bottiglie di Lambrusco per un valore di 1,2 miliardi di euro. Un chiaro segnale che il loro vino è apprezzato anche fuori dalla regione e che sta conquistando il consumatore medio.

Il problema sono proprio le parole "consumatore medio" perché se è vero che le bottiglie di Lambrusco vendute crescono, è altrettanto vero che la classifica dei ricavi la vince il Chianti. Com'è possibile ciò? La verità è che contemporaneamente alla crescita delle vendite, vi è stata una riduzione del prezzo medio a bottiglia, ossia di 2,68 euro a bottiglia da 0,75 litri e peggio del Lambrusco riesce solo il Trebbiano che arriva a 2,15 euro. E' logico che se andiamo a confrontarci con il Chianti, che è vero vende quasi un milione di litri in meno, ma costa 3,97 euro a bottiglia, vince. Infatti in classifica del fatturato il Lambrusco ha prodotto 16 milioni di euro in meno del Chianti. 

"Dalla ricerca emerge un quadro - ha osservato Giorgio Panizza all'ANSA, rappresentante a Vinitaly di Federdistribuzione, l'Associazione che rappresenta la maggioranza delle aziende della Gdo (e Consigliere d'amministrazione de "Il Gigante") - che sembra premiare gli sforzi compiuti dalle catene distributive per valorizzare il prodotto e ampliare l'assortimento dei vini a denominazione d'origine, consentendo a tanti Italiani di conoscere etichette e cantine di qualità provenienti da tutte le regioni del Paese.  Per Luigi Rubinelli, Direttore di Mark Up e moderatore del convegno di Vinitaly in cui verrà presentata la ricerca completa, questi dati suggeriscono che "il canale supermercati-ipermercati sarà sempre più promettente per il vino nella misura in cui l'enoteca nelle due tipologie di vendita si  adeguerà ai nuovi consumi di vino. Ci sono esperimenti interessanti in atto in alcune insegne, come Esselunga, Iper e UniCoop Firenze, che raccontano un modo diverso di commercializzare il vino. Si tratta di proporre un prodotto aderente al territorio, ma ben riconoscibile e con un ottimale rapporto valore-prezzo".

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