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Cronaca Sassuolo

Sassuolo, intensificati i lavori alla briglia sul fiume Secchia

Le piene potrebbero impedire i lavori alla briglia idraulica di Villalunga, motivo per cui la Provincia ha deciso si velocizzare l'intervento, con l'obiettivo di terminare in anticipo prima dell'inverno

L'obiettivo della Provincia è terminare i lavori della nuova briglia sul Secchia a Sassuolo prima dell'inverno, al fine di evitare eventuali interruzioni a causa delle piene del fiume,  e in anticipo rispetto ai tempi stabiliti che prevedono la fine lavori nella primavera del 2015. Sfruttando i livelli minimi delle acque, nei prossimi giorni le operazioni di cantiere saranno intensificate: sarà deviato il corso del fiume sulla nuova briglia già terminata sul lato di Sassuolo, per lavorare nel vecchio alveo allo scopo di concludere parte dei lavori principali già entro agosto. 

Iniziati la scorsa estate, i lavori prevedono la ricostruzione, a valle del ponte della Pedemontana che collega Sassuolo e Casalgrande, della briglia idraulica di Villalunga, la cui porzione centrale è andata distrutta a causa degli eventi di piena del 1994.

“Siamo quasi al 70 per cento dei lavori eseguitiEgidio Pagani, assessore provinciale alle Infrastrutture – per un'opera idraulica che consente di ridurre i vistosi effetti di erosione del fiume in corrispondenza delle fondazioni del viadotto e prevenire eventuali danni. Una parte dei lavori erano stati realizzati dalla Provincia negli anni scorsi allo scopo di consolidare le fondazioni delle pile centrali, ora mettiamo definitivamente in sicurezza il lungo viadotto”.

Trasversalmente la nuova opera sarà lunga 140 metri, agganciandosi ai muri esistenti. L’intervento prevede la ricostruzione di una struttura di sfioro, la realizzazione del bacino di dissipazione a valle lungo circa 40 metri, con una controbriglia costituita da una paratia su pali su cui è realizzata una trave superiore di collegamento. Previsti, inoltre, la sistemazione golenale in corrispondenza della briglia e dell’alveo a valle del bacino di dissipazione e la sistemazione dell’alveo stesso tramite interventi di reinterro con materiale proveniente dagli scavi, oltre alla realizzazione, già terminata,  di una scala di risalita per l’ittiofauna.

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