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Cronaca San Felice sul Panaro

Ricostruzione, i 18 Sindaci dei Comuni terremotati scrivono a Monti

I Sindaci dei comuni colpiti dal terremoto inviano un'accorata lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti: "Solo attraverso lo Stato si può sperare in una ripresa: c'è bisogno di aiuti materiali e di snellire la burocrazia"

Sono 18 le firme in calce alla lunga lettera che i sindaci hanno inviato a Mario Monti. 18 nomi, 18 comuni, quelli più violentemente colpiti dai sismi: ringraziano il Premier per la recente visita, e ringraziano anche tutti coloro che in varie occasioni hanno sottolineato la grande forza e il coraggio di questa popolazione, ma ci tengono a sottolineare che “fa piacere che questi elementi distintivi siano notati ed apprezzati, tuttavia non sono sufficienti per rispondere ai bisogni che da subito si sono manifestati nei nostri comuni”.

Insomma, da soli, adesso non ce la facciamo. Nella Bassa c’è bisogno di risorse, di aiuti materiali, di snellire la burocrazia, e sono i cittadini a chiederlo attraverso i loro rappresentanti: per ora infatti non c’è stata nessuna risposta chiara, né in merito all’entità dei fondi da destinare alla ricostruzione, né ai primi passi da fare per far ripartire le aziende ancora inagibili o le case gravemente lesionte. Chi si accolla le spese? Se lo facciamo ora qualcuno ci rimborserà? I dubbi sono tanti e i sindaci chiedono a Monti una mano concreta. “Chiediamo provvedimenti ulteriori, chiediamo definite politiche sociali stabilmente vantaggiose nei confronti delle attività economiche e delle persone dei territori colpiti dal sisma. La fiscalità di vantaggio strutturale può contribuire a sostenere le imprese già localizzate e favorire la nascita di nuove imprese, favorire i consumi e contribuire ad una maggiore occupazione. Tutto ciò che sarà fatto per questo territorio sarà un Investimento non solo per noi ma per l’intero paese”.

E alla fine del documento, una promessa al Premier, che suona quasi come un avvertimento: “La nostra necessità di aiuto ci porterà ad adottare ogni forma di cassa di risonanza per richiamare l’attenzione su un’intera popolazione e un territorio che non vuol altro che ripartire con la ricostruzione di se stesso e del proprio tessuto urbano”.

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