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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Non ci avrete mai”, la lettera di una studentessa musulmana ai terroristi

Chaimaa Fatihi, 22enne studentessa musulmana di Modena, ha scritto una lettera ai terroristi dicendo: ‘Non ci avrete mai’. Chaimaa è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione” su Radio Cusano Campus, emittente dell’omonima Università

Ha raggiunto gli onori delle cronache nazionali la lettera scritta da una giovane modenese, la studentessa di Giurisprudenza 22enne Chaimaa Fatihi. La ragazza di fede musulmana ha messo nero su bianco la sua condanna al terrorismo islamista e la stazione radiofonica Radio Cusano Campus l'ha intervistata.

LA TETTERA - “Sono tanti i fattori che mi hanno spinta a scrivere - ha spiegato Chaimaa - Ho letto e sentito troppe parole che stanno fomentando un odio e una presa posizione dell’Italia volta alla violenza. Per contrastare questo ho voluto mandare un messaggio forte, ma soprattutto come musulmana e come europea. L’ho fatto anche perché non voglio che mi si dica di dissociarmi. Noi non ci dobbiamo dissociare da nulla perché i terroristi non ci appartengono e non hanno nulla a che fare con noi. Dobbiamo condannare questi atti come essere umani, prima ancora che come musulmani. Non voglio definirli islamici perché non lo sono, non hanno nulla a che vedere con la nostra fede che noi viviamo nel quotidiano. A differenza di chi va nei talk show, a differenza dei politici che stanno sempre in tv, chi vive la quotidianità sa come si comportano i musulmani in Italia”.

LE REAZIONI - “La mia lettera ha scatenato perplessità e insulti gratuiti nei miei confronti. Alcuni sostengono che sia un ossimoro che una ragazza giovane col velo possa definirsi italiana ed europea. La stragrande maggioranza dei musulmani mi ha fatto i complimenti per questa lettera, sto ricevendo tantissimi messaggi di solidarietà. Gli attacchi che sto subendo in queste ore sono soprattutto di italiani che non accettano il fatto che parli di libertà e porti il velo. Se io togliessi il velo significherebbe togliermi quella libertà di cui vado fiera, perché mi identifica con i valori della mia fede e della costituzione italiana che rispetta tutte le religioni. Quello che si sta facendo adesso è cavalcare l’onda dell’odio e dei sentimenti. - ha proseguito la studentessa - Ho apprezzato molto il messaggio della Boldrini quando ha detto che bisogna agire pensando con la logica e non con la pancia. Se noi vogliamo combattere questi criminali e riappropriarci della nostra vita, dobbiamo cercare di andare avanti facendo vedere che siamo uniti. Non mi fanno paura né i terroristi né chi abusa dei talk show per veicolare messaggi di odio e di violenza islamofoba”.

LA SUA STORIA -  “Io sono arrivata qui a 5 anni – ha raccontato Chaimaa - e il mio percorso di integrazione è stato molto naturale. Momenti di disagio e di difficoltà ci sono stati soprattutto alle superiori ho dovuto cambiare scuola perché c’erano momenti di contrasto e di tensione con compagni e professori. Una prof di italiano e storia cercava sempre di alimentare l’odio in classe portando il dibattito sempre sulla religione musulmana e quando io intervenivo per contrastare le sue parole, gettava benzina sul fuoco. Inoltre mi ricordo che in prima superiore, avevo una felpa mimetica e una prof mi disse : attenta a non farti esplodere. Ovviamente a 14 anni ho pianto tantissimo. Di prof meravigliosi però ne ho avuti tanti. Una prof delle medie mi ha scritto di essere molto contenta di aver letto la mia lettere ed è molto contenta di essere stata mia insegnante”.

VIAGGIO IN SIRIA - “Sono stata in Siria per un viaggio di solidarietà: questa esperienza mi ha lasciato tanto perché ho potuto vedere e sentire col mio cuore cosa significa vivere all’interno di un massacro. Ho ancora tante amicizie che sto portando avanti. Tengo con le mani, i denti e piedi la libertà e i diritti, perché lì stanno morendo persone che hanno richiesto diritti e libertà. Non voglio che anche noi perdiamo la nostra libertà per colpa di chi predica odio e violenze. Dico ai giovani musulmani di andare a testa alta e di non sentirsi inferiori, portare avanti le proprie idee di libertà e di pace. E’ una cosa che dico a entrambe le parti. L’integrazione è anche interazione - ha concluso Chaimaa - Dico a tutti di essere umani e restare umani pensando con la propria testa e non con quella degli altri”.

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